Saranno rimpatriati in Egitto i 5 migranti facenti parte di un gruppo di 19 persone sbarcato due giorni fa su una imbarcazione sul tratto di costa del Lungomare di Levante, in Ortigia, il centro storico di Siracusa, a ridosso di un parcheggio di auto. Gli agenti di polizia accompagneranno i 5 nordafricani in un centro di accoglienza della Sicilia per poi essere trasferiti nel loro paese d’origine.
Tra i migranti sbarcati, ci sono 4 minorenni, anch’essi di origine egiziana, che saranno accompagnati in una struttura, e poi 2 siriani ed 8 bengalesi, anch’essi condotti in un centro ma non subiranno il provvedimento di rimpatrio.
La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per accertare in che modo l’imbarcazione è approdata a Siracusa: nessuno dei 19 migranti è, per il momento, accusato di essere lo scafista del natante, le indagini sono tutt’ora in corso. Non si esclude che siano arrivati al largo a bordo di una nave madre per poi essere trasbordati su quell’imbarcazione a poche miglia dalla costa siracusana.
La Polizia di Stato, la Guardia di Finanza e la Guardia Costiera hanno eseguito 3 provvedimenti di fermo emessi dalla procura di Agrigento nei confronti di 3 cittadini tunisini, i quali, secondo chi indaga, in concorso tra loro e in violazione delle disposizioni contenute nel Testo unico sull’immigrazione, avrebbero compiuto atti diretti a procurare illegalmente l’ingresso nel territorio nazionale di 24 migranti di nazionalità tunisina, trasportandoli fino in prossimità delle coste italiane a bordo di un peschereccio battente bandiera tunisina per poi trasbordarli su un natante in ferro e successivamente allontanarsi, esponendo così i migranti l pericolo per la loro vita e incolumità.
I fatti sono avvenuti nella mattinata del 2 novembre, quando l’aereo dell’Agenzia Europea Frontex denominato “Eagle 1”, ha avvistato, in acque internazionali, un peschereccio tunisino con a bordo dei migranti, con al rimorchio un natante in ferro palesemente vuoto. Sul posto, quindi, sono state fatte convergere la motovedetta della Guardia Costiera di Lampedusa – già in attività di pattugliamento nelle acque a sud dell’isola – e della Guardia di Finanza – Sezione Operativa Navale di Lampedusa.
Il monitoraggio dell’imbarcazione ha evidenziato che, pochi istanti prima dell’arrivo delle motovedette, e una volta giunta in prossimità delle coste italiane, gli indagati hanno trasbordato i migranti sul barchino in ferro, fino a quel momento rimasto vuoto, per poi darsi alla fuga invertendo la rotta del peschereccio verso le coste tunisine.
L’arrivo delle motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza ha permesso di soccorrere i 24 stranieri e di bloccare, altresì, il peschereccio per i successivi controlli