Il gip del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, ha disposto la scarcerazione dei 12 migrati, originari del Vietnam, protagonisti, nei giorni scorsi, di uno sbarco fantasma nel Siracusano. Sono stati intercettati in via Elorina, in prossimità della sede dell’Aeronautica militare: avevano con se dei passaporti, poi scoperti essere falsi, e successivamente sono stati arrestati e condotti in cella, nel penitenziario di contrada Cavadonna, in attesa dell’udienza di convalida delle misure cautelari al palazzo di giustizia di Siracusa. E così, a conclusione degli interrogatori, il gip ha deciso di rimetterli in libertà ed ora spetterà alla Questura redigere le pratiche per una loro eventuale espulsione.
Gli stranieri, secondo le informazioni della Questura di Siracusa, sono sbarcati nella notte tra il 29 ed il 30 novembre al largo delle coste siracusane a bordo di una barcone non ancora rintracciata che, evidentemente, è sfuggita alle maglie dei controlli alla frontiera delle forze dell’ordine.
Gli stessi agenti di polizia di Siracusa, qualche giorno fa, hanno concluso una maxi operazione, in tutta Italia, su un vasto traffico di migranti concluso con 19 fermi. E’ stata scoperta una associazione che forniva abitazioni e falsi permessi di soggiorno per fare arrivare migranti iracheni, afghani e pachistani in Italia, attraverso la porta della Sicilia sudorientale, per poi smistarli in altre città del Nord Italia fino a trasferirli in Francia.
Le indagini sono state avviate nel 2018 dall’analisi di 10 sbarchi avvenuti nel Siracusano da parte degli agenti della Squadra mobile di Siracusa in cui sono stati identificati complessivi 580 migranti e arrestati 19 scafisti: tutti provenienti dalla rotta del Mediterraneo Orientale, dalla Turchia o dalla Grecia
Gli stranieri che avrebbero fatto parte delle cellule ramificate in Italia sono titolari di permessi di soggiorno per protezione internazionale e questa condizione avrebbe permesso loro di agire senza ostacoli. In particolare, il gruppo operante a Bari si occupava di fornire accoglienza ai migranti, ospitandoli nelle abitazioni dei sodali al gruppo, messe a disposizione da titolari di agenzie immobiliari, inoltre fornivano ai migranti documenti per il rilascio dei permessi di soggiorno. Dalla città pugliese, i migranti, venivano indirizzati verso le città di Torino e Milano per essere successivamente indirizzati a Ventimiglia dove agiva l’altro gruppo più nutrito. Nella città ligure, infatti, il gruppo criminale, composto totalmente da cittadini stranieri di nazionalità pakistana e afghana, si occupava di raccogliere e trasportare i migranti in Francia, a bordo di veicoli e, una volta raggiunta la destinazione finale, si facevano pagare dalle famiglie dei migranti.
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