- Tre arresti della polizia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
- Sono in carcere tre egiziani che erano al timone di un barcone
- Gli stranieri sono sbarcati ieri ad Augusta
Gli agenti di polizia hanno arrestato tre egiziani ritenuti gli scafisti di un barcone, con 86 migranti, soccorso il 7 giugno fa largo del mare Ionio dalla nave mercantile Fleur N. Gli stranieri furono trasbordati su un mezzo nautico della Capitaneria di Porto per poi farli sbarcare al porto di Augusta e grazie alle testimonianze dei loro compagni di viaggio si è scoperto il loro ruolo.
I precedenti degli scafisti
Sono in carcere e devono rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Uno di loro, 25 anni, era destinatario di un decreto di espulsione, in merito agli altri due uno, 28 anni, deve scontare una pena di 6 mesi di reclusione per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, l’altro, 33 anni, ha una condanne definitiva pari a 2 anni e 2 mesi di reclusione per contrabbando di tabacchi e concorso in immigrazione clandestina.
Secondo arresto in poche ore
Nelle ore scorse, gli agenti di polizia, insieme alla Guardia di finanza ed all’Agenzia Frotex, hanno arrestatoi due presunti scafisti al timone della barca a vela con 38 migranti.
Gli indagati
Gli stranieri erano stati soccorsi in mare da un mercantile per poi essere trasferiti a bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto e delle Fiamme gialle al porto di Augusta. I due, originari dell’Europa dell’Est sono stati accompagnati nel carcere di Cavadonna, a Siracusa, e sono accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Gli interrogatori
Poco dopo lo sbarco, i migranti, che sono stati poi accompagnati sulla nave per la quarantena ormeggiata nella rada di Augusta, sono stati sentiti dagli agenti della Squadra mobile e dal personale della Guardia di finanza ed avrebbero individuati nei due europei gli uomini al timone della barca, salpata da un porto della Turchia.
Le organizzazioni russe
Gli inquirenti, sulla scorta delle esperienze degli anni scorsi quando si verificavano numerosi sbarchi con queste modalità, sospettano dell’esistenza di una o più organizzazioni tra la Russia e l’Ucraina. L’ipotesi è che vi sia una banda internazionale con base operativa nell’Europa dell’Est con importanti ramificazioni in Turchia e Grecia, dai cui porti prendono il largo barche con i migranti che intendono ricongiungersi a familiari residenti nei paesi del Nord Europa.
Commenta con Facebook