Ai piedi del martirio di Santa Lucia, dipinto del 1579 di Deodato Guinaccia, custodito nella chiesa di Santa Lucia alla Badia, a Siracusa, si staglia un ritratto ad olio e tela su lastra di pietra di Trani della martire siracusana, dal titolo Luce e Sangue, opera di Nicola Samorì. Un dialogo tra opere d’arte che sarà visibile fino al 7 gennaio del 2024 e nella giornata di ieri c’è stata l’inaugurazione dell’esposizione curata da Demetrio Paparoni.
“Mi sono confrontato diverse volte negli ultimi 15 anni con il volto di Santa Lucia. E’ la prima volta che una mia opera popola i luoghi della città di Siracusa” ha detto Nicola Samorì che per rappresentare l’immagine di Lucia senza occhi Samorì ha bucato la lastra di marmo in corrispondenza del bulbo oculate inserendo geodi di calcite nella cavità. “Ho agito fisicamente diventando carnefice: quelli che sembrano occhi dipinti sono cavità naturali, veri e propri geodi che ho innestato al posto degli occhi” ha detto l’artista.
Nel focalizzarsi sul volto di Lucia, per la sua nuova versione della santa, Samorì è ricorso al processo del blend, tipico dell’intelligenza artificiale, che permette di ottenere un’immagine che racchiude in sé le caratteristiche di più immagini”.
Alla presentazione dell’evento anche Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi: “Per me è una grande emozione essere qui a Siracusa. Sono venuto negli anni ’90 a vedere l’archeologia della città. E’ stata una grande emozione assistere alla processione della santa e mi ha aiutato a comprendere meglio l’opera: una santa globale, venerata in Sicilia e in tutto il mondo, Germania, Svezia, Asia. Mi ha affascinato l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, ed anche questi due buchi neri antitesi del sole che anzi risucchiano la luce dentro. Samori in maniera geniale ha utilizzato questo risultato dell’astronomia in un contesto particolare per avvicinare gli spettatori al mistero del martirio di Lucia e al significato della santa per i nostri tempi”.
L’omaggio di Samorì avviene in contemporanea a Siracusa e a Napoli, dove fino al 15 gennaio è stato allestito nella Sacrestia della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro un altro omaggio dell’artista. La Deputazione partenopea lo ha invitato a studiare un progetto da presentare ai devoti in occasione del rito dello scioglimento del sangue del 16 dicembre: Samorì ha scelto di esporre due quadri nella sacrestia del Duomo di Napoli, ispirati a Santa Maria Egiziaca di Ribera (1641) e a San Paolo eremita di Luca Giordano (1644).
A curare i due eventi di Siracusa e Napoli è il critico d’arte Demetrio Paparoni: “Sono molto contento di questa iniziativa. “Se Siracusa si è rivolta con devozione a Lucia, trovando in lei la figura cui affidarsi nei momenti di difficoltà o sconforto, Napoli ha incontrato in San Gennaro il suo punto di riferimento spirituale. Sul piano della devozione popolare Lucia e Gennaro sono tra i santi maggiormente identificati con la città in cui sono nati e che li ha assunti a patroni.
Presente anche il presidente della Deputazione della Cappella di Santa Lucia, Pucci Piccione: “Demetrio Paparoni ha avuto l’idea di collegare Napoli e Siracusa, il sangue di S. Gennaro e la luce di Santa Lucia, attraverso il lavoro di un artista come Nicola Samorì. Arte e fede sono legate da una forte relazione che, attraverso la forza espressiva delle opere, costituisce occasione di riflessione, dialogo e, soprattutto, come afferma Paparoni, diventa motivo identitario e di appartenenza ad una comunità”