E’ fortissimo l’interesse dei signori della discariche per la provincia di Siracusa che, negli anni, negli ultimi 70 anni è diventata non solo il secondo polo petrolchimico d’Europa ma anche uno dei territori che ospita gigantesche vasche per il conferimento dei rifiuti.

La nuova discarica a Lentini

Tutto è concentrato in fazzoletto di terra, tra Priolo e Lentini, la zona nord del Siracusano. Ieri la notizia del via libera della Regione al progetto di una discarica di rifiuti non pericolosi, in contrada Scalpello, nel Comune di Lentini da parte della Gesac srl, la società riconducibile alla famiglia Leonardi, proprietaria della Sicula Trasporti, finita in una inchiesta antimafia della Dda di Catania, sottoposta a confisca dopo la sentenza di primo grado del Tribunale di Catania.

Il tentativo a Melilli

Nei giorni scorsi, c’è stato un  tentativo per realizzare una discarica di rifiuti speciali, sempre nel Siracusano, ma questa volta nel Comune di Melilli, in contrada Petraro, nella frazione di Villasmundo, non distante da Lentini, proposta dalla società Renteco.

Il no della Regione, Legambiente “case a 300 metri”

La Regione, però, ha emesso un parere negativo e come ha specificato Legambiente Sicilia  “il progetto prevedeva il riutilizzo dell’invaso di una vecchia discarica, che era stato realizzato all’interno di una cava dismessa” senza contare che il sito sarebbe stato realizzato “a meno di 300 metri dalle abitazioni e in prossimità del villaggio neolitico del Petraro”.

L’inchiesta della Dda sulla Cisma di Melilli

La Direzione distrettuale antimafia di Catania, prima di aprire il fascicolo sulla Sicula trasporti di Leonardi, si era occupata, negli anni precedenti di un’altra discarica, la Cisma, nel territorio di Melilli, ormai chiusa, che nel 2017 finì sotto sequestro perché i proprietari Antonino e Carmelo Paratore, vennero accusati di essere legati al clan Santapaola di Catania.

“Dalle carte dell’indagine sono emersi anche rapporti con i ministeri, prima con un appuntamento ottenuto con il ministro Galletti da un funzionario regionale a loro legato, Mario Corradino, poi direttamente con il “vice ministro dello Sviluppo Economico nel 2015” grazie al quale incontro poi i Paratore avrebbero ottenuto l’appalto dell’Ilva, come scrivono i magistrati” scriveva Repubblica in un articolo.

Il polverino dell’Ilva di Taranto

Venne fuori anche il caso del polverino dell’Ilva di Taranto, uno scarto industriale dell’impianto siderurgico pugliese, depositato nella Cisma: una vicenda che destò clamore al punto che se ne occupò il Parlamento europeo dopo la denuncia dell’ex europarlamentare Ignazio Corrao.

Il no del deputato Carta

Contro la nuova discarica a Melilli si era schierato lo stesso sindaco del Comune del Siracusano, Giuseppe Carta, deputato regionale del Mpa e presidente della Commissione Territorio ed Ambiente che in merito al parere negativo dell’assessorato ha spiegato come sia stato determinante  “il parere negativo della Commissione tecnica specialistica per le autorizzazioni ambientali di competenza regionale, che esitò, il 12 luglio 2024, per l’appunto, parere non favorevole in merito alla compatibilità ambientale sulla procedura autorizzativa”.

Lentini come una pattumiera

Insomma, il parlamentare melillese ha “sventato” una nuova discarica a Melilli ma nulla si è potuto fare per impedire di appesantire il territorio di Lentini, povero di rappresentanti che contano, con un’altra discarica dopo quella già esistente, la Sicula Trasporti, la più ampia del Sud d’Italia, capace di servire circa 200 Comuni. “Non siamo la pattumiera della Sicilia” ha tuonato il sindaco di Carlentini, Giuseppe Stefio che, a BlogSicilia, nella serata di ieri, ha detto “di non credere più ai politici, io che sono politico, ma alla magistratura, a cui mi affido”.

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