la denuncia della fp cgil

Rifiuta il tampone al Pronto soccorso e picchia un infermiere

Un infermiere del Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa è stato aggredito da un paziente che si era rifiutato di sottoporsi al tampone.

Altri episodi di violenza

La denuncia è della Funzione pubblica della Cgil che svela altre violenze ai danni del personale sanitario.  “Poche settimane prima un’altra infermiera sempre del Pronto soccorso è stata aggredita: i fattori di rischio sono molteplici e gli anni di pandemia hanno ulteriormente appesantito il disagio sociale, che si riversa sempre più sui professionisti della salute” dichiarano i vertici della Fp della Cgil Siracusa.

Protocollo contro aggressioni

Il sindacato, lanciando un appello al sindaco di Siracusa ed all’Asp, chiede di trovare una soluzione per arginare questo fenomeno.

Leggi anche

Medico aggredito al Pronto Soccorso di Castelvetrano, identificato e denunciato l’aggressione

“Chiediamo un segnale forte da parte delle istituzioni, da parte del sindaco, dall’Opi e dall’azienda sanitaria per attuare un protocollo contro le aggressioni per denunciare d’ufficio la violenza senza far esporre direttamente il Lavoratore che svolge un pubblico servizio. Chiediamo attenzione e civiltà” spiegano dalla Funzione pubblica della Cgil Siracusa.

“Non possono più essere tollerati certi episodi di violenza – dicono dalla Cgil Siracusa – nei confronti di chi mette a rischio ogni giorno la propria vita per aiutare gli altri. Certe barbarie non possono e non devono lasciare indifferenti le nostre istituzioni, che non possono fermarsi ad un semplice comunicato – aggiunge la Funzione pubblica della Cgil Siracusa – di solidarietà nei confronti di chi subisce una aggressione così ingiustificata e brutale”.

Leggi anche

Infermieri in catene all’Asp di Catania, “Mancano oltre 350 operatori sanitari in tutta la provincia” (VIDEO)

Contratti a termine

Il sindacato lancia un altro allarme, quello del futuro degli infermieri assunti per l’emergenza sanitaria e considerato che alla fine del mese sarà cessata si pone un grosso problema. “Oltre il danno la beffa. A trenta giorni dalla scadenza dei contratti legati allo stato di emergenza il Governo Regionale non si decide a far sapere a questi “eroi” se avranno ancora un posto di lavoro” spiegano dalla Cgil.

 

 

 

Leggi l'articolo completo