Tra le elezioni amministrative in Sicilia quelle di Pachino erano le più complicate. I partiti del Centrodestra si sono presentati agli elettori con tre candidati diversi mentre il Pd si è diviso in due: erano queste le premesse ed alla fine a vincere è stato Giuseppe Gambuzza, esponente di una lista civica, Rinascita, ma fortemente sostenuto dal deputato regionale di Forza Italia, Riccardo Gennuso, per cui Pachino è come una sua seconda casa, e da Sud chiama Nord.

L’apparentamento tra Gambuzza e Ricupero

Prima del ballottaggio, conclusosi con il successo su Barbara Fronterré, staccata di appena 10 voti, candidata di area di Centrosinistra ma sostenuta da Dc e Mpa, si è registrato il clamoroso colpo di scena: l’apparentamento della coalizione di Gambuzza con la lista di Emiliano Ricupero, esponente del Pd, candidatosi a sindaco dopo la rottura nel Partito democratico attorno alla scelta sul candidato su cui puntare. Morale della favola: il Pd ha scelto di non partecipare alle elezioni con il proprio simbolo, per cui mani libere per tutti.

Riconteggio: Ricupero fuori dal Consiglio

Nel riconteggio dei verbali, però, si è scoperto che la lista Emiliano Ricupero sindaco non ha raggiunto il quorum del 5% , fermandosi a 527 preferenze a soli due voti dalla soglia. Questo vuol dire che non ci sarà alcun rappresentante in Consiglio comunale del movimento legato all’esponente del Pd, vicinissimo, peraltro, al parlamentare regionale del Pd, Tiziano Spada. Cosa rischia il neo sindaco, Giuseppe Gambuzza? Apparentemente niente, sembrerebbe un errore che non inciderebbe, sotto l’aspetto tecnico, sul successo del candidato di Rinascita.

I legali di Fronterré al lavoro ed il voto utile

Ma se sotto l’aspetto tecnico non c’è nulla da eccepire, il tema si è spostato sul profilo strettamente politico. Ed è su questo stanno riflettendo Barbara Fronterré ed il suo staff, compreso il collegio di avvocati. Del resto, il posto in Consiglio per la lista di Ricupero è scattato grazie al premio di maggioranza incassato da Gambuzza.

L’analisi

Alla luce di questo, la domanda che si pongono i “fronterriani” è la seguente: se gli elettori più vicini a Ricupero o di area del Pd, avessero saputo che la sua lista non avrebbe raggiunto il quorum al primo turno, dunque senza  possibilità di avere un seggio in Consiglio comunale, quanti avrebbero votato per Gambuzza?

“Siamo certi – riferisce un’autorevole fonte dello staff della Fronterré –  che qualcuno, e non tutti certamente, sapendo che la lista di Ricupero non ce l’avrebbe fatta avrebbe compiuto un’altra scelta. Ed a nostro avviso questo aspetto è assolutamente rilevante, considerato che lo scarto con Gambuzza è di pochissimi voti”.

Il ricorso al Tar

Fronterré ed i suoi legali stanno, dunque, mettendo tutto sul tavolo, “per vedere se vi sono le condizioni per un ricorso al Tar”. Insomma, nulla di deciso, “Barbara non ha intenzione di ricorrere solo per il gusto di farlo, le valutazioni sono in corso e non escludiamo nulla per il momento”.

 

 

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