“Ci saranno altri ricorsi, tra cui quello di alcuni Comuni come Modica, o di associazioni come Italia Nostra, contro le trivellazioni e le ricerche petrolifere”. Non cede di un passo il coordinamento delle associazioni e comitati No Triv Val di Noto dopo la decisione del Tar di Catania di respingere il ricorso contro le autorizzazioni alla ricerca di idrocarburi nell’area del fiume Tellaro rilasciata dalla Regione.
A presentare questo esposto era stato il comune di Noto ed il sindaco della città barocca, Corrado Bonfanti, a poche ore dal pronunciamento dei giudici amministrativi ha manifestato tutte le sue preoccupazioni per le possibili ricadute in chiave turistica. Il primo cittadino teme che il sì alle ricerche petrolifere possa compromettere il riconoscimento del Val di Noto come patrimonio mondiale dell’umanità.
“Una sentenza si rispetta sempre anche se la logica del “periculum in mora” in queste circostanze dovrebbe essere vista in una ottica di eventuale successivo diritto al risarcimento del danno che la società subirebbe con una revoca postuma” spiega il sindaco di Noto.
“Per quanto riguarda alla legittimità ad agire, non si tratta – dice il sindaco Corrado Bonfanti – di un territorio riconducibile solo ai confini politici ma di un Sud Est siciliano ricompreso per storicità, bellezze paesaggistiche, naturalistiche, architettoniche e vocazione agricola, nel più ampio e conosciuto Val di Noto. Così individua questo lembo di terra il mondo intero grazie al riconoscimento che l’Unesco ha voluto attribuire nel 2002 inserendo l’architettura Barocca, presente in ben otto città tra il patrimonio dell’umanità e indicando la città di Noto come capofila”
“Chi risarcisce il danno di una eventuale comunicazione della Commissione Unesco di un warning con rischio cancellazione dalla lista per non avere rispettato uno sviluppo legato agli impegni assunti attraverso il piano di gestione del sito ? Non oso immaginare – aggiunge Bonfanti – e spero che, una volta tanto, si guardi lontano rispetto alla generalizzata miopia. Preciso altresì che non c’è scontro tra la mia posizione e quella del Dipartimento Energia della Regione Siciliana, c’è solo una diversa posizione. Il Dipartimento dichiara che la concessione è legittima e rispetta il diritto dei petrolieri; io penso che non lo sia e che cozza con la vocazione agro-turistica-culturale del Val di Noto”.
Il Coordinamento delle associazioni e comitati No Triv Val di Noto, in merito alla questione delle ricerche petrolifere in Sicilia, ha incontrato ieri il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, a cui è stata consegnata una lettera per chiedere, senza troppi giri di parole, “lo stop alle indagini geofisiche autorizzate dalla Regione Sicilia”
“In un momento come oggi in cui si prospetta concretamente – sostengono i No Triv – la possibilità dell’istituzione del Parco Nazionale degli Iblei negli stessi territori interessati da questo permesso di ricerca, consideriamo estremamente rischioso, oltre che anacronistico, perseguire modelli superati. Impedendo nuove trivellazioni per l’estrazione di idrocarburi, vogliamo contribuire anche noi a mitigare i danni economici, sociali, sanitari ed ambientali che comporta il riscaldamento globale poiché i combustibili fossili ne sono una delle cause principali”.
I No Triv sostengono di avere dalla loro parte i Comuni del Val di Noto.
“I 16 Comuni del Distretto turistico Sud Est hanno – spiegano i No Triv nella lettera al ministro Costa – già preso pubblicamente posizione, alcuni con ricorsi al Tar e/o con un interpello versus il Mise per ottenere la sospensione dei permessi anche per la Sicilia. Poiché l’articolo 11-ter della legge 12/2019 di conversione del decreto-legge “semplificazioni” ha sospeso per 18 mesi tutti i permessi di ricerca vigenti, i procedimenti già avviati per il rilascio di permessi ed anche i procedimenti di valutazione ambientale a questi collegati, chiediamo lo stop alle indagini geofisiche autorizzate dalla Regione Sicilia col decreto regionale. Inoltre, chiediamo che non siano più concessi sussidi e franchigie per trivellazioni”.
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