Più che una rete idrica è un colabrodo. E’ la situazione in diversi Comuni del Siracusano tra cui il capoluogo, in cui il servizio va praticamente a singhiozzo, per colpa, come spesso viene detto da chi ha in gestione la fornitura, di tubazioni vecchie e malandate. E perché non si sostituiscono o non si ripararono in modo definitivo? Il motivo è sempre lo stesso: i soldi.
A Siracusa, ad esempio, il gestore, dal 2015, è la Siam (Servizio integrato acque del Mediterraneo), azienda di cui è socia unica la spagnola DAM (Depuración de Aguas del Mediterráneo), che opera in regime di proroga. E’, peraltro, l’unica impresa che ha presentato un’offerta per la gara d’appalto indetta dal Comune ma con una durata a tempo, circa tre anni.
Il motivo sta nell’attesa della decisione dell’Assemblea territoriale idrica per l’ individuazione di un unico soggetto per la gestione pubblica del servizio idrico e fognario. Quindi, perché la Siam dovrebbe mettere a disposizione le proprie risorse, economiche ed umane, non avendo certezza di poter continuare a gestire l’acqua? E così, con cadenza periodica si scoprono tanti disservizi in varie zone della città, tra cui ad Ortigia, il motore del turismo locale.
Un’altra situazione non facile è a Lentini, uno dei Comuni più importanti del Siracusano dove nei mesi prossimi si andrà al voto. E l’acqua potrebbe essere un argomento caldo della campagna elettorale. Negli ultimi giorni, si sono registrati disservizi, tra cui copiose perdita di acqua, lasciando a secco una fetta importante di popolazione.
“Solo a Lentini si possono sentire giustificazioni assurde per la mancanza di acqua . Un impianto di alimentazione elettrica, un pozzo, i motori di sollevamento dell’acqua, sono impianti strategici per la vita di una città, e dovrebbero essere sempre monitorati, mantenuti e messi sempre in sicurezza” denuncia il Movimento 5 Stelle di Lentini.
Niente acqua anche a Città Giardino, frazione di Melilli, dove, nei giorni scorsi, si è scatenato un incendio in prossimità dell’acquedotto comunale, salvato dai pompieri. Il sindaco, Giuseppe Carta, ha mosso delle accuse precise, sostenendo che nei giorni precedenti al rogo, si sono verificati dei furti di acqua, che ha costretto l’amministrazione a chiudere i rubinetti.
A Pachino, uno dei pozzi principali, in contrada Maccari, da cui il Comune attinge acqua per il servizio idrico è di un privato. Un altro soggetto, però, ha denunciato un abbassamento della falda acquifera ed ha deciso di rivolgersi al Tribunale di Siracusa. Il risultato è che, per il momento, non si può prelevare acqua e buona parte della popolazione è secco. Per non parlare della situazione a Portopalo di Capo Passero, distante pochi chilometri da Pachino. Da tempo, i residenti denunciano la condotta colabrodo di contrada Stafenna.
Appena un mese fa, il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, ha azzerato il Consiglio di amministrazione dell’Aspecom, la società municipalizzata che gestisce il servizio idrico e contestualmente ha nominato un commissario. Una decisione frutto di “una grave situazione finanziaria” come emerge nella relazione del direttore dell’Aspecom, Alessandro Aiello, finita sul tavolo del sindaco di Noto, per cui, nonostante il Cda ne fosse a conoscenza, “non ha intrapreso alcuna determinazione, tant’è che ha disertato le ultime due sedute convocate”.