“Aprire gli ambulatori infermieristici comunali in convenzione/collaborazione con l’Asp di Siracusa“. Questa la richiesta al sindaco di Siracusa, Francesco Italia, da parte di Sebastiano Zappulla, presidente Ordine degli infermieri di Siracusa e Michele Mangiafico, ex vicepresidente Consiglio comunale Siracusa. Si tratta di una proposta per “ridurre il ricorso al pronto soccorso e ridurre i ricoveri inappropriati” si legge nella lettera inviata al sindaco.
“Il paradigma della salute, con l’invecchiamento – si legge nella lettera – della popolazione e l’incombere dell’inaspettata emergenza pandemica si è spostato dal modello biomedico centrato sulla diagnosi a un modello basato sui determinanti della salute, prevenzione degli aggravamenti, capacità di autonomia. Di conseguenza il sistema di offerta dei servizi sanitari deve modificarsi da sistema che cura la malattia, a sistema che tutela la salute al proprio domicilio.Il fine è quello di incidere sul processo organizzativo della fase due dell’epidemia e dare risposte più pertinenti e mirate alle contingenze economiche e ai bisogni che emergono dall’attuale scenario demografico, epidemiologico”.
“È fondamentale rifunzionalizzare l’assistenza primaria impostata sui servizi tradizionali erogati dai medici di medicina generale in logica individuale e valorizzare l’apporto che la professione infermieristica può dare alle persone “fragili” o in condizione di dipendenza, di importante cronicità o in quarantena. Il fine, nel popolato mondo dei bisogni, è quello di ridurre il ricorso al pronto soccorso, ridurre i ricoveri inappropriati, garantire la presa in carico (infermiere case manager), l’assistenza personalizzata, la continuità assistenziale (“sistema radar”), l’informazione e l’educazione sanitaria. Tutto ciò è realizzabile creando una sinergia fra il sistema sociale e quello sanitario per aumentare le capacità del sistema territorio e diminuire l’impegno degli ospedali”.
Inoltre, in mancanza di una figura infermieristica all’interno dei consulenti per l’emergenza Covid-19, si chiede di ovviare a quest’assenza in quanto “una figura infermieristica avrebbe permesso, sempre gratuitamente ma con grande volontà di contribuire al superamento degli ostacoli affrontati, un punto di osservazione sfuggito in questi tre mesi e rispetto al quale ci attendiamo capacità di recupero” scrivono i firmatari della lettera al sindaco.