“Oggi mi viene contestato, e sarà oggetto del processo che sarà celebrato, di aver garantito pagamenti rapidi alle aziende e di aver messo in campo le variazioni di bilancio per garantire il corretto funzionamento del servizio idrico”.
Lo afferma l’ex sindaco di Siracusa, il renziano Giancarlo Garozzo, rinviato a giudizio per induzione indebita, insieme ad un ex ingegnere capo del Comune e due tecnici di una società, nell’ambito dell’inchiesta sull’affidamento provvisorio del servizio idrico alla Siam, attuale gestore.
Il periodo in questione è quello in cui Garozzo era sindaco di Siracusa, tra il 2013 ed il 2018: in particolare, nel 2014 dopo l’inchiesta per bancarotta della Sai 8, precedente gestore del servizio, le reti idriche furono riconsegnate al Comune di Siracusa che, di punto in bianco, si trovò senza un’impresa che fornisse acqua e si occupasse dei reflui.
“Non ho perso tempo, ho emesso subito un’ordinanza dando incarico al dirigente, Ing Natale Borgione (anche lui a processo ndr), di attivare tutte le iniziative necessarie per far funzionare correttamente il depuratore e non far mancare l’acqua nei rubinetti dei miei cittadini, questa era per me la priorità”.
L’ex sindaco Garozzo racconta in che modo furono selezionate le aziende per garantire il servizio idrico alla città.
“Nel giro di 48 ore il dirigente ha reclutato – spiega Garozzo – le ditte precedentemente incaricate da sai8 per quelle attività, ma è stato solo dopo avermi incontrato personalmente ed aver avuto da me garanzie in ordine alla puntualità dei pagamenti del comune, che i responsabili delle ditte, certamente scottati dalla situazione debitoria accumulata del precedente gestore, hanno accettato il lavoro”.
Garozzo spiega anche come furono trovati i soldi per pagare chi avrebbe presto temporaneamente il posto di Sai 8.
“Nel giro di pochi giorni sono state proposte – dice Garozzo – ed approvate tutte le variazione di bilancio necessarie per la gestione della situazione ed il rispetto degli impegni assunti. Non avevamo capitoli di bilancio per far fronte ai costi per la gestione per il servizio idrico, e non avevamo capitoli di entrata per raccogliere gli introiti delle utenze pagate dai cittadini siracusani che ricordano certamente di aver pagato le utenze idriche al comune di siracusa per un breve periodo”.
“Questa gestione provvisoria, del tutto in regola, è durata il tempo necessario per espletare le procedure di gara ed affidare il servizio a privati. Per la cronaca, in questo breve lasso di tempo, il comune di Siracusa ha avuto un utile di quasi un milione di euro! I cittadini non hanno avuto disagi” spiega l’ex sindaco di Siracusa.
Garozzo elenca le inchieste aperte sul suo conto, ricordando, però, che quelli erano i tempi in cui vigeva il cosiddetto Sistema Siracusa, composto da magistrati, avvocati ed imprenditori, uniti per favorire i loro interessi. Tra questi c’era anche l’ex pm Giancarlo Longo, che ha patteggiato 5 anni di carcere, titolare di un fascicolo di inchiesta per turbativa d’asta ai danni di Garozzo e di Borgione sempre per la stessa vicenda dell’affidamento del servizio idrico. Vicenda per cui Garozzo è stato assolto.
“Quando ho smesso di fare il Sindaco, ero indagato per 7 ipotesi di reato diverse, quasi tutti aperte dal PM longo (compresa quella di cui vi parlerò adesso), il magistrato arrestato durante lo scandalo Sistema Siracusa. Sono passati gli anni e di quei sette procedimenti ben 5 si sono dissolti con la dichiarazione di non luogo a procedere, mentre nel sesto sono stato assolto perché “il fatto non sussiste” In relazione al settimo procedimento oggi sono stato rinviato a giudizio” conclude Garozzo.