Nonostante una prenotazione per una visita a pagamento in un ambulatorio dell’ospedale di Lentini, fissata nella giornata di ieri alle 16, una paziente siracusana ed il figlio, che l’aveva accompagnata, sono stati costretti a tornarsene a casa.
“Il medico? Sarà in vacanza”
A svelarne il motivo è stato lo stesso protagonista di questa surreale vicenda, Salvo Greco il figlio della paziente siracusana. Secondo quanto riferito dal testimone, delle addette dell’ospedale, alle richieste di spiegazioni, hanno risposto così: “Sarà andato in vacanza e si sarà scordato di avvertire”. A quel punto, al figlio della donna, è stato suggerito di contattare l’Asp di Siracusa”.
L’Asp Siracusa
“Chiamo, perché certo dobbiamo chiamarli noi, non loro che sono impiegati della stessa Azienda, e l’addetta che mi risponde ad un certo punto, tutta confusa, mi dice che lei non sa che fare” spiega Greco a BlogSicilia. Solo che questa è solo l’ultima parte di una giornata da pazzi per madre e figlio.
La testimonianza
“Appena arrivati, alla reception dopo aver visionato la prenotazione – racconta Greco – ci hanno indicato un piano e “orientativamente” una stanza dove dovevamo attendere, magari chiedendo qualche informazione al piano stesso. Non c’era nessuno alla porta, ma poi un medico di passaggio ci riferiva che -forse- stavamo attendendo alla porta giusta. Si fanno le 16.15. Chiedo a una giovane medico che esce da un reparto se ne sa qualcosa e che era assurda tutta questa vaghezza su dove veramente dovevamo attendere e lei quasi irritata se ne va dicendo : “dovunque è così”.
Il giro infinito in ospedale
A quel punto, il figlio della paziente decide di tornare alla reception, ” faccio rilevare che siamo qui per una visita a pagamento”. Cosa che sorprende il dipendente, il quale aggiunge che avrebbero dovuto farglielo notare subito, peccato che “c’era scritto chiaro nella prenotazione”, la stessa che l’addetto “ha preteso prima di farci entrare”.
Ambulatorio cantiere
In qualche modo, paziente e figlio riescono a scovare l’ambulatorio ma si imbattono in un cantiere e soprattutto in “un via vai di operai e infissi a terra”. Inoltre, “sulla porta nessuno straccio di avviso di dove fosse mai stato spostato questo benedetto ambulatorio”. Poco dopo, i due sono informati di recarsi al quarto piano, dove “trovo una madre e una figlia in attesa che mi indicano una lista ma il medico che cerchiamo non risulta sulla lista di quegli ambulatori”
Costretti ad andare via
Con il medico che avrebbe dovuto eseguire la visita in vacanza o chissà dove, madre e figlio sono tornati a casa.
“Siamo in agosto – racconta il figlio a BlogSicilia – ma i problemi di salute della gente non sono stagionali. Ci siamo sentiti dentro il Castello di Kafka e noi trattati come Servi della gleba. A fare chilometri nelle ore più calde, senza nessuno che ci ha avvertito dell’assenza del dott.X, e senza che ci fosse un’accoglienza come si deve. Tutto vago, tutto sulle nostre spalle. Nessun rispetto per i cittadini e per i pazienti. Nessuna cultura organizzativa al servizio dell’utenza”.
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