Il giudice del Tribunale di Catania, Anna Maria Cristaldi, ha ammesso la costituzione di parte civile di Giuseppe Mallia, un ispettore della Squadra mobile di Siracusa, tirato in ballo nell’inchiesta della Procura di Catania conclusa con l’arresto di Rosario Salemi e Giuseppe Iacono, due poliziotti in servizio nella Questura di Siracusa, accusati di aver gestito un traffico di droga insieme ai vertici di una gang a capo di una piazza dello spaccio.

Accolta richiesta dell’avvocato Greco

La richiesta del legale di Mallia, l’avvocato Vanessa Greco, dello studio legale Rizza, è stata accolta, così come quella per un’altra agente di polizia, Claudia Catania ed infine del ministero degli Interni.

Perché Mallia e Catania sono vittime

I due agenti, Mallia e Catania sarebbero, sostanzialmente, stati coinvolti, a loro insaputa, da Iacono e Salemi, per liberare alcune partite di droga che erano sotto sequestro. Risulterebbero delle firme false, come accertato da un perito, la cui relazione ha permesso di scagionare Claudia Catania, in un primo momento tratta in arresto.

Richiesta di rinvio a giudizio

La Procura ha già chiesto il rinvio a giudizio per Salemi e Iacono e nella prossima udienza, prevista a settembre, il giudice per le udienze preliminari deciderà se gli indagati dovranno essere processati.

Le accuse per i due agenti

Per i magistrati, i due avrebbero avuto un solido rapporto con la gang del Bronx, che, in quel periodo, tra il 2011 fino al 2019, era guidata da Francesco Cesco Capodieci, ora collaboratore di giustizia e tra i principali accusatori dei poliziotti.

Le soffiate per aiutare i loro “soci”

Stando a quanto emerge nell’ordinanza del gip, i due poliziotti avrebbero garantito l’impunità ai complici, rivelando l’esistenza di indagini a loro carico della Procura di Siracusa e della Direzione distrettuale antimafia di Catania, comprese specifiche informazioni in merito a intercettazioni  nonché i contenuti dei verbali di collaboratori di giustizia.

Le perizie contabili

Secondo la tesi della difesa, non ci sono elementi concreti per un’accusa così grave, peraltro gli stessi avvocati sostengono che dalle verifiche contabili i soldi ed i beni trovati nella disponibilità degli indagati non sarebbero riconducibili ad affari illeciti.