Legambiente Sicilia ha presentato un esposto in Procura, a Siracusa, contro la realizzazione di una pista ciclabile ricavata nell’area della riserva di Pantalica, nel Siracusano, indicata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità.
“Restiamo sempre sbigottiti – scrivono gli ambientalisti – di fronte ai tentativi di deturpare la bellezza con colate di cemento. La realizzazione di una pista ciclabile, voluta dal sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo, è uno di questi”
“Chiediamo che siano immediatamente – aggiungono gli ambientalisti – fermati i lavori all’interno della zona A della Riserva Naturale Orientata “Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande”, dove non sono consentiti interventi in contrasto con la conservazione dell’ambiente naturale.
Secondo quanto sostengono gli esponenti di Legambiente Sicilia, l’area, inoltre, è soggetta a vincolo di immodificabilità in quanto è stata dichiarata di notevole interesse pubblico ed è sottoposta al massimo livello di tutela dal Piano degli ambiti 14 – 17 della Provincia di Siracusa.
“Realizzare una pista ciclabile su una strada carrozzabile significa dare via libera a auto e motociclette, deturpando in maniera irreparabile un luogo meraviglioso” aggiunge Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia.
Pantalica è una necropoli rupestre, a 40 chilometri da Siracusa, che contiene oltre 5000 tombe scavate nella roccia e risalenti al periodo tra il XIII e l’VII secolo a.C.
Dal ritrovamento di una costruzione megalitica, l’Anaktoron, o Palazzo del Principe, e si è ipotizzato che Pantalica fosse uno stato indigeno espressione della civiltà sicula precedente alla colonizzazione greca. Con la crescente influenza di Siracusa, l’insediamento e la necropoli di Pantalica vennero abbandonati. Durante la dominazione bizantina, il sistema della necropoli venne ripopolato e sfruttato per formare dei villaggi rupestri, in cui alcune delle tombe furono ampliate e divennero abitazioni, mentre altre furono destinate a chiesa od oratorio. In seguito, l’area di Pantalica ritornò ad essere disabitata.