Sulla difficilissima partita sul Petrolchimico di Siracusa, in profonda crisi e tagliato fuori dal PNRR, incombe la notizia diffusa dalla Fiom su una “ipotesi di vendita della Lukoil ai norvegesi della Equinor “. Secondo il sindacato, questo affare è il “preludio di un processo che scaricherà gli effetti negativi di un modello industriale, ormai irriformabile, sull’occupazione e sull’economia dell’intero territorio“.
BlogSicilia ha chiesto conferme su questa ipotesi ma secondo fonti industriali di primo livello “non c’è nulla di vero”.
Il sindacato, legato alla Cgil, individua delle soluzioni nuove per uscire dalla monocultura del petrolio e volge lo sguardo all’area di Punta Cugno, un tempo usata per la realizzazione di piattaforme petrolifere. La Fiom intravede in questo sito l’opportunità di sfruttare i finanziamenti dell’Europa per un’industria verde, tenuto conto che sia l’Ue sia l’Italia hanno imposto dei rigidi parametri sulle emissioni, disponendo anche che nel 2035 non saranno più prodotti veicoli a benzina ed a diesel.
“Avendo chiara la necessità di dotare la nostra provincia – dice Antonio Recano, segretario della Fiom Siracusa – di un nuovo modello di sviluppo, occorre ripartire da quanto già consumato alla ricerca di una diversificazione produttiva, miseramente naufragate nell’indifferenza della politica e sotto il peso dell’incapacità di imprenditori locali che, privi di visione a lungo termine, non si opposero al volere delle multinazionali del petrolio e della chimica”.
La scelta del Governo nazionale di puntare con decisione alla transizione energetica, abbandonando di fatto il petrolio per energie “pulite”, impone, secondo la Fiom, delle nuove strategie.
“Per salvaguardare l’industria e l’occupazione – dice Recano – occorre perseguire l’obiettivo di realizzare un nuovo modello industriale, ma il governo e la politica fino a questo momento sono rimaste a guardare, senza una strategia nazionale, senza un piano generale sulla gestione della transizione che inevitabilmente pesa sul settore petrolchimico”.
Secondo il responsabile della Fiom Siracusa, “occorre riportare le aree di Punta Cugno e Marina di Melilli allo spirito originario di quella intuizione, costruire un grande progetto industriale che in chiave green dia centralità ad una nuova ipotesi industriale che ci faccia uscire da un’opprimente monocultura industriale”.
C’è, però, un tentativo per provare a far rientrare il Petrolchimico nel processo di transizione energetica. Nei giorni scorsi, la deputazione del M5S, dopo un incontro con il viceministro allo Sviluppo economico, ha assicurato che il Governo convocherà un incontro per trovare una soluzione. L’idea è di usare il cosiddetto Patto per la raffinazione: una norma esistente che consente alle aziende di utilizzare parte delle accise per