Ritiene che il ministro per il Made in Italy, Adolfo Urso, non intende governare gli scenari che stanno per cambiare nel Petrolchimico di Priolo, destinato ad una crisi irreversibile.

E’ lapidario il giudizio del senatore del Pd, Antonio Nicita, sulla risposta del ministro alla sua interrogazione, centrata sul salvataggio del depuratore Ias, sotto sequestro per disastro ambientale, ed al centro di un braccio di ferro tra il Governo ed il Tribunale di Siracusa. Il gip, nei mesi scorsi, ha disposto lo stop al conferimento dei fanghi delle zona industriale, recependo il pronunciamento della Consulta per cui il decreto Salva Ias del Governo non può protrarsi oltre i 36 mesi. Provvedimento a cui l’Avvocatura di Stato ha fatto ricorso e la situazione, allo stato, è congelata.

La Transizione energetica

Il senatore del Pd, nella sua richiesta, aveva sollecitato il ministro a modificare il provvedimento del Governo per uscire dal contrasto con l’Autorità giudiziaria e contestualmente aveva anche pressato l’Esecutivo per avviare un piano di Transizione energetica in tutta la zona industriale.

Il problema è che l’Eni ha deciso nelle settimane scorse di chiudere l’impianto Versalis che diventerà, nei piani dell’azienda, una bioraffineria ma in questo modo, secondo Nicita e tutti i sindacati, il Petrolchimico si disarticolerebbe perché gli altri colossi resterebbero con le tecnologie e produzioni vecchie. Insomma, il rischio di un effetto domino appare concreto, soprattutto perché le aziende non hanno programmi di riconversione e soldi pubblici non ce ne sono per aiutarli alla riconversione.

Il futuro nero del Petrolchimico

“Nella mia interrogazione – dice Nicita – avevo anche tracciato su alcune linee strategiche per la transizione energetica ed ecologica del polo industriale legate ai processi di decarbonizzazione e di trasformazione chimica che riguardano gli impianti Versalis e, conseguentemente, la stessa Isab, dichiarata asset d’interesse strategico nazionale. Ebbene, nella risposta  il ministro Urso confessa di non aver alcuna intenzione di riscrivere i DPCM per salvare IAS, che sarà quindi abbandonata”.

L’Ias verso la chiusura

Le grandi aziende, in merito al depuratore, sono al lavoro per farsene uno in house e questo significherebbe la fine dell’Ias, che, perderebbe, committenti importanti che pesano sotto l’aspetto della produzione e degli incassi con ricadute sull’occupazione.

“I reflui, secondo il ministro, saranno internalizzati – dice Nicita – dai quattro grandi clienti, non specificando come faranno altre piccole imprese che oggi utilizzano IAS. Stessa cosa su Versalis, si sottolineano i tavoli presso il MIMIT, ma il ministro si limita a registrare gli annunci di ENI e non si pone il problema dell’impatto su ISAB e sulle stesse prescrizioni imposte con i Golden Power a Goi Energy Insomma, una risposta chiara di disinteresse”.

Appuntamento tra due anni

Nicita non vede vie di uscita nell’immediato e pensa alle prossime elezioni. ” L’unica cosa – dice Nicita – che possiamo fare è resistere per i prossimi due anni e sperare che un nuovo governo di centrosinistra possa recuperare futuro e sostenibilità. Non ci rassegniamo ad avere inquinamento e disoccupazione. Non ci rassegniamo a questo Governo inerte e incapace”.

Cgil, “Urso si è consegnato a Confindustria”

Durissimo il commento del segretario della Cgil di Siracusa, Roberto Alosi. “Di fronte all’ unica proposta sensata, concreta e praticabile, condivisa dalla CGIL, di riscrivere i DPCM accogliendo le osservazioni della magistratura e definendo d’intesa con la Regione le risorse immediatamente disponibili, al fine di salvaguardare la funzionalità servente dell’IAS e l’integrità dell’intero polo, il Ministro abbandona il campo, cede alle pressioni confindustriali e all’ ignavia del governo regionale, e rinuncia a guidare i processi di transizione energetica, sostenibilità ambientale, bonifica e riconversione industriale”.

Tavolo territoriale, incontro il 13 gennaio

Frattanto, il deputato nazionale del M5S, Filippo Scerra, fa sapere che il 13 gennaio, alle 9.30, tornerà  a riunirsi il tavolo territoriale permanente sul futuro del polo Petrolchimico che si terrà nei locali dell’Urban Center di via Nino Bixio, a Siracusa. Parteciperanno parlamentari nazionali e regionali, sindaci dei Comuni dell’area industriale, Autorità portuale, parti sociali e datoriali. Il parlamentare è convinto che è questo il metodo più adeguato  per incidere sulle scelte maggiormente impattanti per l’economia e la società siracusana. “Un metodo basato su condivisione e ascolto – sottolinea Scerra – grazie al quale al primo incontro è emersa una volontà comune di dare un contributo, ognuno per il suo ruolo,  per proiettare il nostro polo industriale in un futuro di rilancio e sostenibilità. Adesso dobbiamo essere capaci di trasformare questa volontà in sintesi e proposta fattiva”.