“Ho chiesto al ministro Giorgetti di occuparsi personalmente della situazione del Petrolchimico di Siracusa, sul riconoscimento dell’area di crisi complessa non c’è più tempo da perdere” Lo afferma Mimmo Turano, assessore alle Attività produttive della Regione siciliana annunciando l’invio di una nuova nota al titolare del dicastero dello Sviluppo economico sulla situazione del Polo petrolchimico.
Nella nota indirizzata al Mise l’assessore Turano, oltre a chiedere al ministro Giorgetti di affrontare personalmente il dossier, sottolinea che “la guerra in Ucraina e l’inasprimento delle sanzioni alla Russia rischiano di determinare serie ripercussioni su alcune grandi imprese che operano nel territorio siracusano compromettendo il futuro dell’intero petrolchimico siracusano”.
“Non si tratta più di evitare una crisi ormai conclamata ma di scongiurare un vero e proprio disastro sociale ed economico per la Sicilia. Mi aspetto, dunque, dal ministro Giorgetti una risposta chiara sui tempi per il riconoscimento dell’area di crisi e sulle altre iniziative che il governo nazionale intende mettere in campo tutelare il petrolchimico”, conclude il rappresentante del governo Musumeci.
“Riteniamo che si debba, in caso di assoluta necessità, arrivare anche alla nazionalizzazione della raffineria Lukoil di Priolo , poichè sono in campo ed a rischio interessi nazionali e sociali di grandi dimensioni” afferma il presidente della associazione imprenditoriale di operatori portuali UnionPorts Davide Fazio
“Dopo il divieto di sbarco dei prodotti da navi battenti bandiera russa ed il successivo boicottaggio anche al petrolio russo, a prescindere dalle navi e che lo trasportano , le ripercussioni sul polo e sul porto di Augusta sono chiari ed evidenti, ma anche gravissime per le ripercussioni su tutta l’industria. Uno tsunami di cui forse ancora non tutti sono consapevoli” dice il presidente della associazione imprenditoriale di operatori portuali UnionPorts Davide Fazio.
“Ricordiamo che il porto di Augusta è assolutamente indispensabile per fare arrivare il carburante a tutto il Paese
anche perché l’area industriale di Siracusa fornisce la maggioranza del combustibile ai mezzi di trasporto circolanti in Italia” conclude Fazio.