Per azzerare le emissioni del Polo petrolchimico di Siracusa saranno necessari circa 8-10 miliardi di euro di investimenti. E’ la previsione di Confindustria Siracusa in relazione al piano di Transizione energetica che investirà l’Europa e che di fatto ha una data: il 2025, anno in cui non potranno più circolare veicoli alimentati con carburanti fossili.
Il Petrolchimico ha in pancia colossi dell’energia importanti, come Isab Goy Energy , Versalis-Eni, Sonatrach Raffineria Italiana, Sasol Italy, Brown To Green Siciliy, Air Liquide, Buzzi – in collaborazione con The European House Ambrosetti e nel corso di un incontro, tenutosi nella sede di Confindustria Siracusa, si è discusso di costi e di strategie per il processo di decarbonizzazione di questa area industriale.
E naturalmente, per quegli investimenti, da sole le aziende assicurano di non potercela fare, infatti, “per l’adeguamento degli impianti produttivi” servirà “un quadro normativo e di ammissibilità a finanziamenti non ancora esistente e definito” e contestualmente “richiederà un importante lavoro da parte del governo nazionale, di tutte le istituzioni e di tutti gli stakeholders”.
“L’interdipendenza e la visione comune delle aziende – dice il Presidente di Confindustria Siracusa, Gian Piero Reale, ci ha convinto della necessità di realizzare uno studio che ci consenta di avviare in maniera pragmatica un percorso di decarbonizzazione integrato al polo al fine di considerare e valorizzare la forte simbiosi industriale alla base della competitività del Polo”.
Due le priorità emerse nella prima fase dello studio in corso per le aziende del Polo Industriale di Siracusa: lo sviluppo di una infrastruttura comune per il trasporto e lo shipping della CO2 catturata, la cosiddetta Carbon Capture and Storage – CCS – a servizio di tutte le aziende del Polo e lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno rinnovabile e low carbon integrata nelle attività del Polo”.
“La decarbonizzazione del Polo richiede la ridefinizione di alcuni “fattori abilitanti” nella normativa in grado di creare certezze e i tempi necessari per la riconversione industriale, ha sottolineato Alessandro Viviani, Associate Partner di The European House – Ambrosetti. La decarbonizzazione è più costosa in Europa che in altri contesti, rischiando di mettere fuori mercato le industrie europee. È necessario mettere in campo un nuovo approccio sistemico alla decarbonizzazione con un più diverso modello di intervento pubblico a sostegno della competitività nelle filiere globali.” All’incontro hanno preso parte i deputati nazionali Cannata e Scerra, i parlamentari regionali, Carta e Gilistro, il sindaco di Priolo Gianni e i segretari sindacali Alosi, Carasi, Siragusa e Galioto.