Sono tanti i danni causati al proprietario dell’Orizzonte, il peschereccio siracusano attaccato nei giorni scorsi da presunti militari della Guardia costiera libica. E’ stato sistemato il timone durante quelle ore drammatiche in mare ma sono sorti altri problemi, come la perdita di alcune attrezzature necessarie per la pesca, che, come è di tutta evidenza, hanno costi enormi.
La conta dei danni
Per l’armatore, sono davvero giornate difficili e lo stesso futuro diventa molto nebuloso: come se non bastasse, la disavventura in mare, in acque internazionali come più volte i pescatori hanno riferito, li ha costretti a rinunciare al pescato.
“C’è fondo di solidarietà” dice vicesindaco
Insomma, danni su danni ma, secondo il vicesindaco di Siracusa, ci sono gli strumenti normativi, tra cui un fondo di solidarietà, in seno alla Regione siciliana, per aiutare l’armatore. “Si tratta della legge che porta il mio nome – dice a BlogSicilia Edy Bandiera – quando ero nella giunta del presidente Musumeci con l’incarico di assessore alla Pesca ed all’Agricoltura”.
La norma
La norma del giugno del 2019 prevede “il fondo di solidarietà regionale della pesca destinato alla concessione di contributi alle imprese di pesca e ai relativi equipaggi e alle imprese dell’acquacoltura, nonché agli operatori della pesca artigianale, ivi incluse le imprese autonome appartenenti alla piccola pesca, colpiti da calamità naturali, avversità meteomarine di carattere eccezionale o di naufragi o in caso di intervento straordinario di salvataggio a mare”
Gli aiuti
Secondo quanto prevede la norma, “è consentito un aiuto fino al 100 per cento per compensare i danni materiali e da mancato reddito subiti, entro tre anni dalla calamità o da eventi eccezionali, in conformità alla disciplina europea in materia di aiuti di Stato di cui alla comunicazione della Commissione Europea”.
Le indagini
Tra le ipotesi di quell’attacco, a colpi di mitra, da presunti militari libici contro il peschereccio Orizzonte, rientrato al porto di Siracusa nella notte di mercoledì, c’è un atto di pirateria .
L’inchiesta della Procura
E’ una tesi che sarebbe al vaglio dei magistrati della Procura di Siracusa che hanno aperto una inchiesta sulla vicenda della barca siracusana sulla scorta della testimonianza dei 5 componenti dell’equipaggio, tra cui un egiziano, fermato dalla polizia perché destinatario di un provvedimento di espulsione dall’Italia.
Le presunte richieste di soldi dei libici
Secondo alcune fonti, quei libici potrebbero avere agito per recuperare soldi o merce facilmente ricettabile. In effetti, da quanto filtra in ambienti legati al peschereccio, i nordafricani, di cui, però, non è stato indicato il numero, quando sono saliti a bordo dell’Orizzonte avrebbero chiesto dei soldi ad uno avrebbero anche sottratto una collanina d’oro.
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