I militari della Capitaneria di Porto hanno sanzionato due sub, accusati di pesca da frodo. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbero immersi di notte nelle acque di Morghella, tra Pachino e Portopalo di Capo Passero, nella zona sud del Siracusano, armati di attrezzatura, violando le disposizioni previste dalla legge. I militari hanno atteso che i due sub tornassero dalla battuta di pesca ed a quel punto sono scattati i controlli.
“Una volta fuori dall’acqua, i due soggetti – spiegano dal comando della Capitaneria di Porto di Siracusa – sono stati fermati e trovati in possesso di un quantitativo di prodotto ittico di specie varia di circa Kg 7, tra cui polpi, seppie, spigole, orate, saraghi e triglie, nonché di attrezzatura da pesca consistente in un fucile armato di fiocina e lampade di ausilio per la visibilità. Il pescato è stato sottoposto a sequestro e, a seguito di visita organolettica da parte di personale veterinario dell’Asp di Siracusa, dal quale è risultato idoneo al consumo umano, donato in beneficenza ad un ente caritatevole”. L’attrezzatura è stata posta sotto sequestro.
La settimana scorsa, militari della Guardia costiera di Siracusa hanno posto sotto sequestro 750 chili di tonno rosso trovati in furgone dentro un deposito di una pescheria. Al termine di alcune indagini, è stato accertato che i 5 esemplari erano il frutto di una battuta di un peschereccio che, la sera precedente, “aveva provveduto a sbarcare gli esemplari di tonno rosso nel Porto designato di Portopalo di Capo Passero, in violazione delle disposizioni vigenti sullo sbarco del Tonno Rosso, senza attendere la presenza dell’Autorità marittima e senza rispettare gli orari in cui lo sbarco di tale specie ittica è consentito” fanno sapere dalla Capitaneria di Porto di Siracusa. I militari hanno individuato il comandante del peschereccio che è stato sanzionato
Poco prima, i militari della Capitaneria di Porto di Siracusa, avevano scoperto che in un deposito, anche questo a Portopalo, erano conservati oltre 140 chili di pesce non tracciati. In sostanza, quei prodotti erano senza etichettatura, contravvenendo ad una precisa disposizione delle norme a tutela della salute pubblica.