“Nell’area protetta di Cavagrande del Cassibile di protetto c’è ben poco. Mucche, capre e pecore si muovono liberamente, pascolando ogni cosa”. Lo denuncia il presidente di Natura sicula, Fabio Morreale che ha documentato la sua denuncia con delle foto, inviate anche al Corpo forestale, all’ispettorato Ripartimentale delle Foreste, al Dipartimento dello Sviluppo rurale e Territoriale. Secondo quanto sostenuto dall’associazione ambientalista, il pascolo avviene  in zona A della riserva naturale di Cavagrande del Cassibile, esattamente a Carrubella.

“Nessuna azione di contrasto”

“Gli animali pascolano ovunque, anche all’ingresso, sotto gli occhi – dice Morreale – del personale della riserva. Come tutti i greggi, anche quello di Carrubella è accompagnato da alcuni cani pastore, altra violazione al regolamento della riserva (è vietato introdurre cani). Nessuna azione di contrasto abbiamo riscontrato finora, avendo trovato inalterata la situazione a distanza di due settimane, da quando cioè abbiamo inviato la prima segnalazione all’ufficio siracusano dell’ente gestore, il Dipartimento dello sviluppo rurale”.

Pascolo tollerato

Secondo il presidente di Natura sicula il pascolo “tollerato”. “Precisiamo che non si tratta di un singolo episodio ma di una consuetudine che sta impoverendo gravemente la biodiversità dell’area protetta. La tolleranza è inaccettabile, va in direzione opposta alle finalità della riserva, ovvero “conservare la vegetazione naturale, ripristinare la vegetazione forestale mediterranea nonché difendere e incrementare la fauna mediterranea” dichiara Morreale.

Interrogazione all’Ars del M5S

Con una interrogazione urgente, il deputato regionale Carlo Gilistro (M5S) ha chiesto l’intervento dell’assessore regionale allo Sviluppo Rurale e l’assessore regionale al Territorio e Ambiente per arrestare i fenomeni di pascolo abusivo all’interno della riserva di Cavagrande del Cassibile. “L’area naturalistica è una delle più belle di Sicilia e dal
1997 è gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della Regione”, spiega Gilistro.

“Nella zona A della riserva non si possono tollerare azioni di questo tipo. Nè si possono ignorare le segnalazioni che arrivano agli uffici preposti. Per questo – spiega Gilistro – chiedo un segno di esistenza in vita del Corpo Forestale
siciliano, con l’adozione delle ordinarie misure di contrasto e sanzione, a meno di non voler passare per complici di questa azione in danno del patrimonio naturalistico siracusano” dice Gilistro.