Gli agenti delle Volanti di Siracusa hanno eseguito la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Francesco Mollica, 40 anni. L’uomo è un parcheggiatore abusivo, destinatario di un Daspo e denunciato dalla polizia nelle ore scorse perché scoperto ad operare in via Ettore Romagnoli, nell’area del parco archeologico di Siracusa, con tanto di tagliandi e maglietta, spacciandosi ai conducenti delle auto come un autorizzato.
Aggravamento della misura
Gli agenti hanno, contestualmente, chiesto l’aggravamento della misura, concessa dall’autorità giudiziaria: “tale provvedimento si è reso necessario a seguito delle numerose violazioni al provvedimento Daspo cui l’uomo è sottoposto. Lo stesso, infatti, esercitava abusivamente l’attività di parcheggiatore abusivo nell’area circostante il Parco archeologico Neapolis taglieggiando i turisti che ivi si recavano” spiegano dal palazzo della Questura di Siracusa.
I precedenti: condannato per incendio auto ex sindaco
Mollica, difeso dall’avvocato Junio Celesti, era finito nell’aprile del 2018 nell’inchiesta dei carabinieri e dei magistrati della Procura di Siracusa sull’incendio alla macchina della moglie dell’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo, avvenuto nel novembre del 2017 in viale Santa Panagia, sotto l’abitazione della vittima.
Venne arrestato insieme ad altre 3 persone, poi rinviate a giudizio. Il 40enne ha rimediato una condanna definitiva, come fa sapere la difesa, come altri due “colleghi” mentre una donna è stata assolta ma è caduta l’accusa di tentata estorsione ai danni di Garozzo e dell’allora assessore Salvatore Piccione
Le pressioni a Garozzo
Secondo la tesi dell’accusa, gli imputati, con quell’incendio, avrebbero voluto punire la linea dura impressa dall’allora sindaco contro il fenomeno del parcheggio abusivo. Dalle indagini, emerse che i parcheggiatori si recarono da Garozzo, in quel periodo in campagna elettorale per il sostegno della candidatura alle elezioni regionali del 2017 dell’ex presidente del Siracusa, Gaetano Cutrufo. Secondo il racconto dello stesso ex primo cittadino, gli imputati avrebbero esercitato delle pressioni per convincerlo ad ammorbidirsi, perché il Daspo avrebbe inflitto un duro colpo alla loro attività, concentrata prevalentemente nella zona del parco archeologico di Siracusa.
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