Le mazzette per incentivare i medici a fare acquistare alle aziende ospedaliere le valvole aortiche e gli Stent da impiantare ai pazienti dei Policlinici di Catania e Messina, Umberto I di Siracusa e Giovanni Paolo II di Ragusa, non sarebbero state elargite con denaro contante o bonifici su conti correnti personali o cifrati ma con il finanziamento di convegni e congressi di medicina finalizzati alla formazione.
Un sistema che, secondo i magistrati della Procura di Catania, avrebbe prodotto un giro di affari consistente di cui avrebbero beneficiato 4 medici ed i rappresentanti delle imprese produttrici. Sono 9 le misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Catania che sono state eseguite dai militari della Guardia di finanza al termine dell’operazione Vasi comunicanti.
Da quanto emerge nell’inchiesta dei magistrati etnei, un ruolo importante lo avrebbe avuto un palermitano, Pietro Sola, amministratore legale della Collage spa, coinvolto nell’inchiesta ed ai domiciliari, che, nella tesi dell’accusa, sarebbe stato l’anello di congiunzione tra i medici e le aziende.
L’imprenditore era “il provider degli eventi formativi finanziati dalle società di produzione e di distribuzione dei presidi sanitari” e quindi “figura di riferimento” in merito “alle dazioni di denaro corrisposte fittiziamente a scopi formativi ma in sostanza per ottenere l’acquisto di un maggior numero di presidi da impiantare ai pazienti delle 4 aziende ospedaliere coinvolte”.
Come detto gli ospedali sono: il Policlinico di Catania, di Messina, l’Umberto I Siracusa ed il Giovanni Paolo II di Ragusa per via del coinvolgimento dei rispettivi primari di Cardiologia: Corrado Tamburino, Antonio Micari, Marco Contarini e Antonino Nicosia. Sono ai domiciliari come gli altri indagati: Rosa Vitale, Caterina Maugeri, Giancarlo Antonino Girlando, referenti delle società catanesi PRESIFARM s.r.l., ARCHIGEN s.r.l. e CARDIOVASCULAR s.r.l., Francesco Dottorini, direttore di vendita della Biosensors International Italia
Questo presunto sistema corruttivo, da quanto sostenuto dagli inquirenti, avrebbe fatto lievitare i costi per le aziende ospedaliere. Dai calcoli compiuti dai finanzieri, avrebbero pagato per Stent e valvole aortiche “un prezzo maggiorato del 20% rispetto a quello che è concordato con le aziende fornitrici aggiudicatarie Consip a cui sarebbero peraltro vincolate per l’acquisto dei presidi sanitari Tavi e Stent” si legge nell’ordinanza del gip del Tribunale di Catania.
Per erigere il castello accusatorio, i magistrati si sono serviti delle intercettazioni telefoniche che avrebbero permesso di svelare le interlocuzioni tra i medici ed il provider palermitano sull’organizzazione degli eventi formativi.
In una conversazione ascoltata dalla Guardia di finanza, a parlare sarebbero stati Marco Contarini, primario di Cardiologia dell’Umberto I di Siracusa, e Sola che avrebbero discusso del congresso Sca del maggio scorso. Secondo quanto sostenuto dagli investigatori, uno dei punti salienti della conversazione sarebbe stato il compenso, di cui sarebbero stati pure informati gli altri componenti del comitato scientifico del progetto, “Tamburino, Micari e Nicosia”. Nella tesi degli inquirenti, il prezzo sarebbe stato di “10 mila euro ciascuno“.
Nelle stesse conversazioni viene fuori che Sola si sarebbe reso protagonista di una “raccolta di contributi offerti dalle imprese produttrici di Tavi e Stent per cifre consistenti, pari a circa 500 mila euro“.
Inoltre, i magistrati ed i finanzieri sono certi che queste mole di denaro sarebbe servita alle aziende produttrici per poter disporre del cosiddetto live in the box: “una sorta di diretta dalla sala operatoria, effettuata durante l’espletamento di un intervento chirurgico di impianto di un dispositivo medico, al fine di mostrare la validità ed innovatività del dispositivo a tutti i partecipanti al congresso”