Erano stati arrestati, su provvedimento del gip del Tribunale di Siracusa, Giovanni e Sebastiano Bologna, padre e figlio, 47 e 21 anni, entrambi avolesi, accusati del pestaggio di almeno due persone.
Rimessi in libertà padre e figlio
Hanno trascorso una decina di giorni ai domiciliari ma nelle ore scorse, al termine degli interrogatori di garanzia avvenuti al palazzo di giustizia di Siracusa, lo stesso giudice per le indagini preliminari ha disposto la revoca delle misure cautelari, per cui sono stati rimessi in libertà.
Restano indagati
I due, difesi dagli avvocati Antonino Campisi e Antonio Cappello, restano, comunque, indagati per lesioni personali, deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, aggravate e porto abusivo di armi ed oggetti atti ad offendere.
“Le vittime siamo noi” assicurano i due
Accuse che entrambi hanno respinto durante la loro deposizione, fornendo una ricostruzione dei fatti diversa rispetto a quella prospettata dagli inquirenti, spiegando di essere loro le vittime e non quelle due persone, indicate come parti offese. In realtà, ci sarebbe un terzo uomo coinvolto nella vicenda ma su questo aspetto ci sono le indagini da parte dei magistrati della Procura di Siracusa.
Dietro c’è una storia di bullismo
Durante gli interrogatori, padre e figlio avrebbero spiegato le ragioni di quello scontro, riconducibile ad uno o più episodi di bullismo ai danni del fratello del 21enne, un ragazzino ancora minorenne. A quanto pare, quest’ultimo, all’uscita della scuola, sarebbe stato importunato dalle presunte persone offese e così un professore, notando il pericolo per l’incolumità dello studente, lo avrebbe accompagnato a casa.
Lo scontro
Un episodio che avrebbe mandato su tutte le furie Sebastiano Bologna che avrebbe chiesto ed ottenuto un appuntamento con quei ragazzi: ne sarebbe venuto a conoscenza il padre del 21enne che si sarebbe recato anche lui all’incontro per dare manforte al figlio. La situazione è poi degenerata, sarebbero saltati fuori un coltello ed un bastone ma gli indagati assicurano che anch’essi sono stati colpiti, anzi il padre del 21enne ha anche prodotto un referto medico mentre il figlio avrebbe rimediato dei tagli.
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