“L’ostruzionismo nei confronti di Lukoil va condannato e lancio un appello al Governo nazionale al Capo dello Stato perché faccia si chiarezza e si consenta all’azienda, non interessata alle sanzioni dell’UE, di poter lavorare, scongiurando una fuga dal Petrolchimico di Siracusa devastante per l’economia siciliana”.
Ostruzionismi a Lukoil
Lo afferma il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo, in merito alle difficoltà incontrate dalla azienda italiana, proprietaria delle raffinerie Isab con partecipazione russa, a cui imprese fornitrici, tra cui controllate dallo Stato, hanno negato servizi e ricambi, come denunciato ieri dal presidente di Confindustria Siracusa.
“Lo Stato rilevi raffinerie”
“Le raffinerie sono il cuore pulsante del Petrolchimico di Siracusa ed un pezzo di Pil importante per la Sicilia. A questo punto, se si è deciso di avallare questi ostacoli immotivati, allora, per salvare il territorio, lo Stato corra ai ripari e rilevi le raffinerie” dice provocatoriamente Cafeo.
Lettera a Draghi e Mattarella
Il deputato Ars della Lega ha deciso di rivolgersi, con una lettera aperta, al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi, al ministro del Mef, Daniele Franco ed al presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, per sensibilizzare le aziende fornitrici ad interrompere l’ostruzionismo nei confronti del gruppo riconducibile a Lukoil, non interessato alle sanzioni decise dell’Unione europea.
Il caso Tamoil con la crisi libica
Cafeo ricorda l’intervento del Governo nazionale in un caso analogo. “Erano i tempi della crisi in Libia nel 2011 – dice il parlamentare regionale della Lega, Giovanni Cafeo – e la Tamoil subì gli stessi ostacoli adesso perpetrati ai danni di Lukoil ma in quell’occasione fu determinante la presa di posizione del Governo nazionale che ne determinò la sospensione”.
A rischio la sicurezza negli impianti
“Le nostre massime istituzioni – argomenta il deputato regionale della Lega, Giovanni Cafeo – devono intervenire immediatamente e chiarire che le raffinerie Isab sono gestite da un’azienda italiana, vittima di un ostruzionismo incomprensibile che rischia di incidere sulla sicurezza e sul futuro della stessa impresa. Occorre ribadire, con vigore, che questi boicottaggi vanno fermati immediatamente. Non fornire un ricambio necessario all’impianto, vuol dire compromettere l’incolumità di chi lavora nello stabilimento, senza contare le ripercussioni economiche, perché ostacolare l’attività significherebbe mettere in condizioni il gruppo di lasciare il territorio con ricadute drammatiche sotto l’aspetto economico, sociale ed occupazionale”.
Il peso di Lukoil in Sicilia
“Dobbiamo tenere a mente – dice Cafeo – che Isab raffina il 46 per cento di carburante distribuito in Sicilia per non contare gli incassi dello Stato italiano dalle tasse versate dal gruppo. Un solo dato: dal 2008 al 2020 circa 5,3 miliardi di euro. Oltre all’azienda, i lavoratori sono siciliani, per cui colpire l’impresa, con ostruzionismi illegittimi, significa colpire il territorio e l’intero l’indotto: tra lavoratori diretti e dell’indotto la zona industriale impiega 7 mila persone”.
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