- Il Comitato Pro Trigona svela dei lavori all’ospedale Di Maria
- Gli interventi causerebbero difficoltà alle sale operatorie
- Il sindaco di Avola assicura che sarà trovata una soluzione
“Apprendiamo che dal 9 al 28 agosto l’ospedale “G. Di Maria” di Avola subirà un blocco operatorio”. Lo affermano Nuccio Tiberio, Saro Salemi, esponenti del Comitato Pro Trigona di Noto, che prevedono tanti disagi in piena estate, vista anche la maggiore presenza di turisti.
Lo scenario
“In pratica non si potrà operare in sala operatoria neppure le urgenze per causa difficoltà incredibilmente dovute a lavori di prevenzione incendi. Dunque, in piena estate, con tutti i turisti che ci sono e col traffico stradale che ne consegue, chiudono le sale operatorie di Avola mentre Noto le sale operatorie ci sono e sono più di una” aggiungono i componenti del Comitato.
“Sarà trovata una soluzione”
Sulla vicenda, è intervenuto il sindaco di Avola, Luca Cannata, che conferma l’esistenza dei lavori al Di Maria ma contestualmente assicura che, dopo aver parlato con l’Asp, saranno individuati degli accorgimenti.
“”Ho parlato con la direzione sanitaria – dice a BlogSicilia il sindaco di Avola, Luca Cannata – e mi è stato riferito che stanno provvedendo a trovare degli accorgimenti al fine di non creare troppi disagi e garantire dei servizi ottimali. I lavori sono, comunque, necessari per rendere l’ospedale più sicuro e migliore”.
La questione degli ospedali di Noto ed Avola
La questione gira sempre attorno al cosiddetto piano di rifunzionalizzazione degli ospedali di Avola e Noto, vecchio di oltre 20 anni, che ha previsto la fine di reparti doppioni al Trigona ed al Di Maria. Ed il Comitato Pro Trigona ritiene assurdo l’impoverimento dell’offerta sanitaria che rischia di creare problemi seri ai pazienti, tenuto conto dei lavori alla struttura di Avola.
“A noi medici “antichi” che rischiavamo la denuncia se in 25 minuti non eravamo in sala operatoria con bisturi in mano pare tutto una carnevalata, tra un ospedale vuoto (a Noto) con diverse sale operatorie e un ospedale pieno (Avola) temporaneamente impossibilitato nell’utilizzo della piastra operatoria. Ma forse ragioniamo all’antica. Forse chi dirige la sanità siracusana è troppo avanti e noi non lo capiamo. Forse ci stanno abituando a fare strada per Siracusa e siamo all’antipasto di ciò che sarà”.
Timori per i pazienti
“Dite chiaramente – spiegano dal Comitato – alla gente cosa ci si dovrà attendere. Non accada che pazienti come bambini con una appendicite acuta con peritonite che gridano di dolore (e ne abbiamo visti in 40 anni di sala operatoria), pazienti con ernie strozzate a rischio di necrosi d’ansa, pazienti con torsione del funicolo, pazienti con addome acuto da perforazione intestinale, pazienti con rottura di milza (tanto per citare alcuni casi), li mettano in ambulanza da Pachino, Portopalo o Rosolini per essere mandati a Siracusa”
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