Il gup del Tribunale di Pisa ha disposto il non luogo a procedere per 3 imputati, finiti sotto processo con il rito abbreviato, accusati dell’omicidio di Emanuele Scieri, il parà siracusano trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa nell’agosto del 1999.
Per il sottufficiale dell’esercito Andrea Antico, accusato di omicidio volontario aggravato, è stata emessa una sentenza di assoluzione per non avere commesso il fatto, il fatto non sussiste, invece, per gli ex ufficiali della Folgore, Enrico Celentano e Salvatore Romondia.
Il gup ha, invece, rinviato a giudizio i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara. Il processo inizierà ad aprile.
I pm della Procura di Pisa, al termine della sua requisitoria, avevano chiesto le condanne a 18 anni di reclusione per l’ex caporale Andrea Antico, 4 anni per Celentano e Romondia.
Il Ministero della Difesa, costituitosi parte civile nel processo sul caso Scieri, aveva anch’esso sollecitato la condanna degli imputati con rito abbreviato alle pene di legge e il risarcimento danni.
Per la procura di Pisa, la morte di Emanuele Scieri sarebbe originata da un atto di nonnismo deragliato in omicidio e la catena di comando della Folgore, sempre secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe stata al corrente di tutto.
Per anni, dal 1999, attorno alla vicenda del parà siracusano c’è sempre stata una misteriosa nube, la svolta è arrivata negli anni scorsi dopo l’istruttoria della Commissione parlamentare d’inchiesta, voluta dall’allora deputata nazionale del Pd, Sofia Amoddio, che ha creduto alla tesi della famiglia della vittima, la madre Isabella Guarino ed il fratello Francesco Scieri (difesi dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo), per i quali Emanuele è stato ucciso perché si era ribellato ad un atto di nonnismo.
Sono state due le inchieste sull’omicidio di Scieri: quella della Procura di Pisa, l’altra della Procura militare di Roma. Alla fine, si è deciso che la competenza spettasse al Tribunale ordinario che adesso dovrà giudicare i due ex caporali Alessandro Panella e Luigi Zabara, finiti sotto processo.