- Sarà effettuata una perizia psichiatrica sul presunto autore della morte di Evan
- Salvatore Blanco è il compagno della madre del piccolo anche lei indagata
- L’ipotesi è che l’uomo fosse incapace di intendere e di volere in quelle ore drammatiche
Il gip del Tribunale di Siracusa disporrà una perizia psichiatrica nei confronti di Salvatore Blanco, 30 anni, accusato dell’omicidio di Evan Lo Piccolo, il bimbo di Rosolini morto nell’agosto scorso all’ospedale Maggiore di Modica a seguito delle lesioni rinvenute sul suo corpo.
Madre ai domiciliari
E’ indagata anche la madre del piccolo, Letizia Spatola, 23 anni, che si trova agli arresti domiciliari, dopo che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale ha accolto la richiesta del suo difensore, l’avvocato Natale Di Stefano.
La richiesta di perizia
La perizia psichiatrica, avanzata dalla difesa di Blanco, è legata all’ipotesi che l’indagato possa avere agito in uno stato mentale alterato, non lucido insomma, ed a supporto di questa tesi ci sarebbe un precedente che riguarderebbe proprio il trentenne.
Un dubbio che intende togliersi anche la Procura di Siracusa, che ha in mano l’inchiesta, per cui spetterà ad un consulente indicato dal Gip stabilire se, in quelle drammatiche ore, Blanco fosse capace di intendere e di volere.
Le cause della morte
Nella relazione dei periti, Giovanni Bartoloni, Francesca Berlich e Massimo Furnari, che hanno compiuto l’autopsia sul corpo senza vita di Evan, è indicato che il piccolo è deceduto per una broncopolmonite da aspirazione, una patologia che “si riscontra in alcuni pazienti affetti da sindromi e malattie neurologiche, tra cui la sclerosi multipla, l’ictus cerebrale, la malattia di Alzheimer e l’ubriachezza”. Secondo i periti, il piccolo Evan non rientra in nessuna di queste fattispecie, per cui “è possibile ipotizzare che le cause potrebbero essere riconducibili a frequenti e ravvicinati episodi di perdita di coscienza del soggetto”.
Le lesioni
“Tenendo conto della lesività traumatica (recente e pregressa) evidenziata sul cadavere”, “è possibile ipotizzare che gli episodi di perdita di coscienza siano conseguiti ai più recenti traumi subiti e/o a verosimili compressioni del collo, queste ultime tali da indurre una temporanea ma significativa ipossia cerebrale”, concludono i consulenti.
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