Il pm di Catania, al termine della sua requisitoria nel processo che si sta celebrando con il rito abbreviato, ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione ciascuno per Pasqualino Mazzarella e Vito Fiorino, siracusani, con precedenti penali, accusati dell’omicidio di Gaetano Zappulla, ammazzato a colpi di pistola il 3 settembre del 2002 mentre si trovava in una sala giochi, in piazza Adda, a Siracusa.
Mazzarella e Fiorino, difesi dagli avvocati Antonio Lo Iacono e Sebastiano Troia, sono personaggi piuttosto noti alle forze dell’ordine, il primo, indicato come un esponente di spicco del clan Bottaro-Attanasio e condannato in Appello per il delitto di Liberante Romano, ammazzato e poi dato alle fiamme il 25 maggio del 2002 nell’ambito di un regolamento di conti all’interno della cosca. Il secondo fu, in un primo momento, coinvolto in questa vicenda salvo poi uscirne senza conseguenze giudiziarie. Per questo delitto, riconducibile a dei contrasti nella cosca che non avrebbe digerito le ambizioni di autonomia di Romano, sono stati condannati all’ergastolo, in via definitiva, due pezzi grossi della cosca, Salvatore Calabrò e Giuseppe Calabrese, ma il fascicolo è stato riaperto dopo le rivelazioni due collaboratori di giustizia, Salvatore Lombardo, detto “Puddisino”, ed Attilio Pandolfino, un tempo il cassiere del clan siracusano. La vittima fu centrata alla testa, con alcuni colpi sparati alle sue spalle, ed a ripulire il pavimento, sporco di sangue, sarebbe stato Mazzarella, che avrebbe poi avuto un altro compito, quello di far sparire il corpo, caricato su una macchina, una Ford Fiesta. L’auto con il cadavere dentro venne poi data alle fiamme in una zona di campagna in contrada Gallina, tra Fontane Bianche ed Avola.
Sono stati i collaboratori di giustizia ad alzare il velo sull’assassinio di Gaetano Zappulla, che, poco prima di quella spedizione punitiva, fu arrestato in quanto accusato dell’omicidio di Gaetano Steven Barbieri, freddato nei primi di luglio del 2002 in via Immordini, durante una partita a calcio balilla. Il Riesame, qualche giorno dopo, dispose la scarcerazione di Zappulla, salvo poi essere ammazzato il mese successivo. L’inchiesta è stata coordinata dal pm della Dda di Catania, Alessandro La Rosa.
I familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Emanuela Lanzafame, si sono costituiti parte civile.
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