Ci sarebbe una perizia psichiatrica che svelerebbe l’incapacità mentale di Giampiero Riccioli, il 5oenne ristoratore di Siracusa accusato di aver prima ucciso due badanti campani, Alessandro Sabatino, 40 anni, e Luigi Cerreto, 23 anni, e poi nascosto i loro cadaveri.
Le due vittime, che erano state assunte dall’uomo per accudire il padre, sparirono nella primavera del 2014, ma la salme sono state ritrovate nei mesi scorsi, in contrada Tivoli, a Siracusa, sotto il terreno della villa del presunto assassino, tratto in arrestato dalla polizia.
Secondo gli inquirenti, sarebbero sorti dei contrasti dopo che i badanti avrebbero minacciato il ristoratore di rivolgersi alle forze dell’ordine per presunti maltrattamenti ai danni dell’anziano padre.
La difesa, rappresentata dagli avvocati Antonio Meduri e Dario Lombardo, ha disposto una perizia psichiatrica per verificare la tenuta mentale del loro assistito ed quanto pare sarebbe emersa la sua incapacità.
Nei prossimi giorni, davanti al giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, ci sarà l’udienza preliminare dove sarà formalizzata il contenuto della consulenza. E’ probabile che lo stesso giudice, a sua volta, provvederà a nominare un perito, allo scopo di accertare la capacità mentale del ristoratore.
Insieme alla salme della vittime, nel sottosuolo gli agenti della Squadra mobile hanno trovato delle fascette di plastica. Le vittime, secondo la relazione del medico legale, incaricato dalla Procura generale di Catania di svelare le cause della morte, sarebbero state uccise a colpi di arma da fuoco.
Secondo questa ricostruzione, ipotizzata dai magistrati e dagli agenti della Squadra mobile di Siracusa, i due sarebbero stati prima legati e poi uccisi: l’assassino avrebbe sparato da dietro, centrando il cranio.
Le indagini sulla scomparsa dei badanti erano in mano alla Procura di Siracusa che, non avendo trovato elementi validi nei confronti del ristoratore, aveva presentato al Gip del Tribunale di Siracusa richiesta di archiviazione ma dopo le pressioni dei parenti delle vittime, la Procura generale di Catania ha avocato nel settembre del 2020 le indagini, condotte dalla Squadra mobile, al comando del dirigente Gabriele Presti.