“Non è possibile, come sostiene l’eurodeputato Ruggero Razza, avere una deroga per un altro ospedale Dea di secondo livello in un bacino che ne ha già ottenuto una”.
Il nuovo ospedale di Siracusa
Lo afferma a BlogSicilia l’ex parlamentare regionale, Enzo Vinciullo, coordinatore provinciale della Lega Siracusa che ritiene segnata la sorte del nuovo ospedale di Siracusa, relativamente alle sue caratteristiche nonostante la Regione continui a sostenere che la struttura sarà un Dea di secondo livello.
Nella tesi di Vinciullo, nel bacino sanitario, comprendente Catania, Ragusa e Siracusa, ci sono tre ospedali Dea secondo livello, tutti concentrati nel territorio etneo (San Marco, Nuovo Garibaldi e Cannizzaro) e secondo la legge Balduzzi bastano e avanzano ma per l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Ruggero Razza, è possibile avere una deroga.
Vinciullo, facciamo chiarezza. Perché non è possibile una deroga?
Prima dobbiamo fare una premessa
E facciamola…
In Sicilia i bacini sanitari sono 4: Messina con 649 mila abitanti con un ospedale di secondo livello; Caltanissetta, Enna ed Agrigento con circa 900 mila abitanti con un ospedale di secondo livello a Caltanissetta; Palermo e Trapani con 1.676.000 abitanti con 2 ospedali di secondo livello a Palermo, cioè uno ogni 837.500 mila abitanti, tutti ampiamente sopra il minimo previsto 600 mila abitanti. L’anomalia è rappresentata dalla provincia di Catania.
In che senso?
Seppur più piccola della provincia di Palermo ha 3 ospedali di secondo livello. 1.786.251 diviso il minimo previsto 600.000 fa meno di tre ospedali di conseguenza è stato necessario chiedere la deroga per ottenere 3 ospedali di secondo livello.
Quindi, a suo avviso, le cartucce sono finite per un’altra deroga?
Una seconda deroga non può essere chiesta perché il 6% di zero fa sempre zero. Nè il nostro bacino confina con altra regione per richiedere una deroga super regionale.
La questione dei soldi
Per la realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa, come spiegato dal commissario Guido Monteforte, servono complessivamente 372 milioni contro i 345 di qualche tempo fa: l’aggiornamento dei prezzi ha fatto impennare i costi. 200 milioni sono frutto dell’accordo di programma tra Stato e Regione, già previsti ai tempi dell’incarico di Razza come assessore alla Salute del Governo Musumeci, altri 100 li fornirà, ancora una volta lo Stato, sotto forma di fondi ex articolo 20, frutto dell’intesa tra l’amministrazione regionale ed il Governo Meloni, il resto, come annunciato dal presidente della Regione ce li metterà l’Asp, costola della stessa amministrazione regionale.
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