Ancora aggressioni ad agenti di polizia penitenziaria in Sicilia. Ieri in sole 24 ore ben due gli episodi violenti che si sono registrati nel Siracusano.
In tribunale
Il primo è accaduto nel tribunale di Siracusa dove un detenuto non voleva uscire dalla cella per recarsi davanti al giudice. E allo stesso modo non voleva nemmeno rientrare in carcere. Ha aggredito l’ispettore che lo invitava a tornare nella sua cella. Episodio denunciato da Mimmo Nicotra, presidente della confederazione sindacati penitenziari. “Facciamo appello al governo per ritenere urgente legiferare per risolvere la questione”.
Nel carcere di Noto
Una seconda aggressione invece si è verificata nel carcere di Noto. Un detenuto italiano, per cause sconosciute, ha aggredito tre ispettori. Tutti sono ancora in ospedale con varie contusioni, tra cui uno con lesione ad un occhio. “Nel tardo pomeriggio di ieri – aggiunge Alfio Giurato, coordinatore regionale Fp Cgil polizia penitenziaria – un detenuto italiano con già all’attivo 150 aggressioni precedenti, si è scagliato con calci e pugni contro la polizia penitenziaria del carcere di Noto. A riportare ferite e contusioni stavolta sono stati due ispettori e un assistente capo di polizia penitenziaria”.
Uno strano “premio”
Il carcere di Noto è una cosiddetta “casa lavoro”, cioè un istituto penitenziario “premiale”. E’ riservato a quei detenuti che abbiano dimostrato la sincera volontà di aver intrapreso un percorso di recupero nella società. Per questo vengono fatti lavorare guadagnando uno stipendio mensile, seppure al di sotto di quanto prevede il contratto nazionale. Si tratta di un premio. “Il protagonista dell’aggressione di ieri – attacca Giurato – a già commesso 150 aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria. Che senso ha tutto questo?”.
Le dure critiche
“Non ci sono motivazioni da ricercare – rilancia Mirko Manna della Fp Cgil nazionale della polizia penitenziaria -. Semplicemente, i problemi delle carceri che sono stati affrontati con finte politiche di garanzia per la popolazione detenuta. Misure che stanno presentando il conto e a pagarlo è solo ed esclusivamente il corpo di polizia penitenziaria. Ci ritroviamo con un Carlo Nordio ministro della Giustizia, finto garantista, e un Giovanni Russo, capo dell’amministrazione penitenziaria e finto capo della polizia penitenziaria. Se ne guardano bene da qualsiasi confronto con i sindacati. Invitiamo tutto il personale di polizia penitenziaria ad evitare almeno di farsi dei selfie con questi personaggi”.
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