Per andare in treno da Catania a Siracusa o da Catania a Caltagirone bisogna prendere l’autobus.
Sembra uno scherzo ma non lo è. È invece il contenuto dell’annuncio, più o meno letterale, che gli utenti del “super veloce” Palermo Catania possono ascoltare non senza rimanere interdetti.
Il perché è presto detto da quella stessa voce che anticipa l’allungamento del percorso di viaggio per quei malcapitati, magari turisti, che avevano preso un treno a Palermo con il pensiero ingenuo di poter arrivare a Siracusa con lo stesso mezzo ed in un tempo accettabile.
Lavori di ammodernamento su quelle tratte. Nelle stazioni e sul sito di Trenitalia è possibile conoscere i dettagli sugli autobus che potranno condurre i viaggiatori da stazione a stazione.
Sembra infinita l’arroganza con cui le istituzioni regionali e non solo trattano la vicenda dei trasporti siciliani. Arroganza mista a incompetenza forse e ad improvvisazione da parte di chi siede su posti di responsabilità senza la minima ambizione reale a produrre il bene comune.
La tratta Da Catania a Palermo sembra ancora oggi la simulazione di un viaggio ripreso alla Moviola.
All’arrivo in stazione poi, gli sfortunati passeggeri vengono avvisati di un ritardo della vettura di 9 minuti. Numeri eccessivamente approssimati per difetto, dato che quando va bene, i minuti di ritardo superano il quarto d’ora.
Non c’è più traccia, o quasi, delle 2 ore e 50 minuti strombazzati da più parti all’epoca in cui l’autostrada sullo stesso percorso era chiusa per via del crollo del Viadotto Himera. E i treni, adesso decenti, sono stati comprati con le risorse della Regione Siciliana (circostanza ben evidente per via di quanto scritto all’esterno delle carrozze). Ma Trenitalia cosa pensa siano i siciliani e quei turisti stessi che sempre per Trenitalia, oltre che per la Sicilia in genere, potrebbero essere importanti clienti? E che fine ha fatto il contratto di servizio? E l’assessore alle infrastrutture? Cosa sta facendo? Che programmi ha?
Tutte domande che possiedono delle risposte. La nostra vena polemica è certamente dettata dall’esperienza diretta su quei mezzi di trasporto. In Sicilia ci abituiamo a tutto, anche alle cose peggiori. Ma non riusciamo ad abituarci ad un governo incapace e silenzioso che riesce a produrre solo una politica degli annunci saltuari e tattici senza dare visione e strategia ad una terra che forse un giorno diventerà bellissima ma che bella lo è già pure essendo “sgovernata” da troppo tempo.
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