Una domenica d’altri tempi quella trascorsa a Siracusa, come se il Covid19 fosse solo un triste ricordo, appartenente ormai alla storia. Tante le persone che ieri, fin dal primo pomeriggio, si sono riversate ad Ortigia, il centro storico della città, il cuore pulsante della movida e degli incontri tra amici.
La zona della Marina, ai piedi di Ortigia, è stata tra quelle più gettonate anche perché qui vi sono diversi locali in cui consumare bevande, insomma, da sempre, è un luogo di aggregazione, soprattutto tra giovani, che non hanno saputo resistere alla tentazione di farci un salto e passare un po’ di ore lontani da casa.
Del resto, la Sicilia è ancora una zona gialla ma restano in vigore le norme sul distanziamento, che rappresenta uno dei veicoli, se non il principale, della diffusione del Covid19. Tanti gli appelli, da parte delle istituzioni, tra cui amministrazione comunale e prefetto, sul rispetto delle regole per evitare nuovi contagi ma fino ad ora hanno sortito ben pochi effetti.
“Ho fatto una passeggiata in Ortigia, indossando la mascherina, ma mi sono accorto che tanta gente era sprovvista di protezioni” racconta un testimone a BlogSicilia. “Una situazione pericolosa, mi auguro che nei prossimi giorni – dice ancora il testimone – non ci sveglieremo con un’impennata di contagi. Servono maggiori controlli, a mio parere basterebbe vedere persone in divisa per scoraggiare questi incoscienti”.
Nelle settimane scorse, altri testimoni hanno immortalato gli assembramenti, sempre in Ortigia, come quello documentato in via Picherali, una delle viuzze più suggestive del centro storico, che lega piazza Duomo alla Fontana Aretusa. Appena sette giorni fa, invece, il sindaco di Palazzolo Acreide, Salvatore Gallo, ha denunciato la presenza di tantissime persone in giro per le strade del Comune montano che, non a caso, ha aumentato il numero dei contagiati.
In merito ai controlli anti Covid19 dei carabinieri, secondo quanto indicato dal comando provinciale di Siracusa, “più di 600 persone e ben 67 di esse sono state sanzionate per riscontrate violazioni alla normativa anti Covid19. Si è trattato nella maggior parte dei casi di violazioni apparentemente banali, come ad esempio quella di non consumare cibi e bevande nei luoghi pubblici ed aperti al pubblico in orario successivo alle 18.00 ovvero quella di non rispettare l’obbligo di avere sempre con sé ed all’occorrenza di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie”