E’ stato interrogato il compagno di cella di Paolo Cugno, il 32enne originario di Canicattini Bagni, nel Siracusano, trovato senza vita nel carcere Pagliarelli di Palermo dove stava scontando una condanna a 30 anni per l’omicidio della sua compagna, Laura Petrolito, prima accoltellata e poi gettata in fondo ad un pozzo.
La famiglia nomina un consulente
La Procura di Palermo sta provando a ricostruire le ultime ore di vita del giovane ed è ha disposto l’autopsia per accertare le cause del suo decesso. La famiglia di Cugno, assistita dall’avvocato Antonino Campisi, ha nominato un proprio consulente, il medico legale Francesco Coco che parteciperà nelle prossime all’esame autoptico.
Le ultime ore di vita di Cugno
Stando alle prime ricostruzioni, il 32enne, dopo essersi alzato dalla sua branda, avrebbe avvertito uno stato di malessere per poi condurlo alla morte “ma non sappiamo ancora che tipo di malore abbia avuto” spiega a BlogSicilia l’avvocato Campisi, che confida, come i genitori dell’uomo, nell’esito dell’autopsia.
La patologia del 32enne
Nel corso del processo, il collegio difensivo aveva insistito sull’infermità mentale del 32enne che, sulla scorta di una perizia psichiatrica di parte, avrebbe sofferto di una grave patologia, una schizofrenia paranoide ma per i giudici Cugno era in grado di sostenere un processo.
L’omicidio
Il delitto per cui Cugno venne condannato in via definitiva si consumò nel marzo del 2018 in un appezzamento di terreno in contrada Tradituso, a Canicattini, di proprietà della famiglia dell’imputato. Pare che la ragazza fosse molto gelosa, come emergeva da alcuni post sui social: Tradire non è solo fare sesso con un’altra persona. Cancellare i messaggi o mentire su dove si va è già tradire”.
Dopo l’ennesimo litigio decisero di trascorrere una serata insieme per provare a chiarirsi ma la discussione finì in tragedia. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del comando provinciale di Siracusa, l’imputato dopo avere inflitto 16 coltellate, gettò il cadavere della donna in un pozzo.
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