I giudici d’Appello hanno accolto il ricorso della Procura di Siracusa in merito alla revoca della misura cautelare del divieto di dimora per il sindaco di Sortino, Vincenzo Parlato.
La difesa, rappresentata dall’avvocato Ezechia Paolo Reale, ha presentato istanza in Cassazione che, di fatto, “congela” il provvedimento restrittivo fino al pronunciamento dei giudici della Corte suprema. Resta, dunque, in carica Vincenzo Parlato, rieletto sindaco nel 2021 che, nell’ottobre dello scorso anno, fu destinatario del divieto di dimora, notificato dai militari della Guardia di finanza, in quanto indagato per falsità ideologica per induzione commessa dal pubblico ufficiale e abuso d’ufficio.
La sospensione e la revoca
Parlato fu sospeso dalla carica di sindaco per effetto della legge Severino e costretto, contestualmente, a risiedere in un altro Comune. Nelle settimane successive, il gip revocò la misura cautelare, per cui poté tornare alla guida della città montana del Siracusano ma la Procura presentò ricorso in Appello.
“Falsificata nomina Revisore dei conti”
In merito all’inchiesta, secondo quanto emerge nelle indagini della Procura il primo cittadino sortinese, nel mese di ottobre 2020, avrebbe falsificato l’esito della procedura selettiva per la nomina del revisore contabile del Comune, che dev’essere svolta mediante sorteggio secondo quanto previsto dalla normativa regionale.
Urna taroccata
Inoltre, l’analisi del video della seduta consiliare durante la quale si tenne il sorteggio avrebbero svelato come il sindaco, chiamato ad estrarre il bigliettino dall’urna, avesse già un foglietto bianco tra le mani.
Le immagini su Facebook
Una volta inserito il braccio nel bussolotto, ne avrebbe estratto uno identico per colore, forma e dimensioni rispetto a quello tenuto in mano
Il biglietto contestato
Secondo le Fiamme gialle il bigliettino estratto sarebbe stato stampato su una tipologia di carta differente rispetto a tutti gli altri e la cifra impressa sullo stesso presentava un carattere diverso.
Vince una consulente con altri incarichi
Il numero sorteggiato, inoltre, nella tesi degli inquirenti, corrispondeva ad una partecipante, che, tra gli oltre duecento candidati alla selezione, sarebbe stata l’unica già assegnataria di incarichi affidati dal primo cittadino negli anni precedenti, anche a titolo fiduciario.
Condannato dalla Corte dei Conti
Per una di queste nomine, il sindaco era già stato condannato dalla Corte dei Conti di Palermo al risarcimento di un danno erariale di oltre 30.000 euro, in quanto affidata in violazione di legge.
“Si dimetta”
Il presidente del movimento Sortino al Centro, Nello Bongiovanni, ha chiesto le dimissioni del sindaco. “Ritengo giusto – dice Bongiovanni – chiedere le dimissioni per opportunità politica, da libero cittadino potrà difendersi ancora meglio. Il sindaco Parlato deve spiegare perché aveva tutto questo bisogno della professionalità sempre della stessa responsabile finanziaria anche al costo di farsi condannare dalla Corte dei Conti. A mio avviso, per quanto mi riguarda, il tempo è quasi scaduto per chi non prende le distanze”
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