La condanna a 24 e 21 anni per omicidio volontario dei due ex caporali commilitoni del parà Emanuele Scieri. A distanza di quasi 24 anni arriva la richiesta del Pubblico ministero nel processo in corso a Pisa per la morte del giovanissimo siciliano durante il servizio di leva nell’agosto del 1999
La requisitoria
“Chi è stato, ma soprattutto come è potuto accadere che Scieri sia stato riconsegnato alla famiglia cadavere solo dopo tre giorni dalla sua morte?”. E’ la domanda con la quale ha aperto la sua requisitoria il procuratore della Repubblica, Alessandro Crini – forse l’ultima della sua carriera perché presto andrà in pensione – al termine della quale ha chiesto, appunto, la condanna a 24 e 21 anni per i due imputati, Alessandro Panella e Luigi Zabara, accusati di omicidio volontario per la morte di Emanuele Scieri, il 26enne siciliano, parà della Folgore, trovato morto nella caserma Gamerra di Pisa il 16 agosto 1999.
Chi sono gli imputati
I due imputati sono ex commilitoni della vittima: si sono sempre dichiarati innocenti. Un terzo militare, Andrea Antico, è stato assolto in primo grado con il rito abbreviato ed è in attesa della fissazione del processo di appello. Per l’accusa tutti e tre avrebbero percosso Scieri facendolo cadere dalla torretta di asciugatura dei paracaduti, procurandogli così la morte e nascondendo il suo corpo, da qui la contestazione di omicidio volontario in concorso.
Il movente per la Procura
Per la procura di Pisa, il decesso della vittima sarebbe riconducibile ad un atto di nonnismo finito in tragedia e la catena di comando della Folgore, sempre secondo la ricostruzione della Procura, sarebbe stata al corrente di tutto.
Per anni, dal 1999, attorno alla vicenda del parà siracusano c’è sempre stata una misteriosa nube, la svolta è arrivata negli anni scorsi dopo l’istruttoria della Commissione parlamentare d’inchiesta, voluta dall’allora deputata nazionale del Pd, Sofia Amoddio, che ha creduto alla tesi della famiglia della vittima, la madre Isabella Guarino ed il fratello Francesco Scieri (difesi dagli avvocati Alessandra Furnari e Ivan Albo), per i quali Emanuele è stato ucciso perché si era ribellato ad un atto di nonnismo.
Tre assoluzioni
Nell’udienza preliminare dei mesi scorsi, lo stesso gup che ha rinviato a giudizio i 2 ex caporali, ha, invece, disposto il non luogo a procedere per altri imputati, processati con il rito abbreviato.
Per il sottufficiale dell’esercito Andrea Antico, accusato di omicidio volontario aggravato, è stata emessa una sentenza di assoluzione per non avere commesso il fatto, il fatto non sussiste, invece, per gli ex ufficiali della Folgore, Enrico Celentano e Salvatore Romondia.
La sentenza attesa per il mese di giugno
La prossima udienza è fissata per il 19 aprile quando parleranno le parti civili mentre il 15 maggio toccherà alla difesa di Zabara e l’8 giugno a quella di Panella. Il 14 giugno, dopo le repliche, la sentenza in corte d’assise.
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