La direzione dell’Asp di Siracusa nega che il personale infermieristico per l’assistenza domiciliare ad un disabile gravissimo, un 57enne residente ad Avola, non abbia competenze specifiche.
Una presa di posizione dopo la denuncia della figlia del paziente che, attraverso i media ed i social network, assicura, invece, il contrario, sostenendo, inoltre, che dal 27 novembre scorso, senza alcuna comunicazione da parte dell’Asp di Siracusa, sono stati assegnati nuovi infermieri, “che saranno sostituiti da altri il 27 dicembre e così via per ogni mese” ha dichiara la figlia del paziente, Giorgia D’Amico.
Il 57enne è affetto da una grave malattia neurologica, atassia spinocerebellare, che non gli consente di respirare in modo autonomo e grazie ad una pronuncia del Tribunale di Siracusa ha avuto garantita l’assistenza domiciliare H24, come rimarca, in un comunicato, l’azienda sanitaria. “Le direttive prevedono che i disabili gravissimi possano avere una assistenza infermieristica per un massimo di 62 ore settimanali e, tuttavia, la caregiver ha chiesto l’intervento del Tribunale perché disponesse assistenza infermieristica domiciliare per 24 h al giorno” fa sapere l’Asp.
Durissimo il commento dell’Asp sulla richiesta della figlia del paziente che si è detta contraria ad una rotazione mensile del personale infermieristico, considerate le limitate capacità di comunicazioni del padre. Secondo la parente, occorre tempo, per un infermiere, comprendere la mimica facciale del padre ed una volta appresa deve già andare via, essendo sostituito da un altro collega dopo 30 giorni.
“Se invece la caregiver desiderasse scegliere degli specifici infermieri, potrebbe farlo di propria iniziativa. In caso diverso, se questa Azienda avallasse le richieste di specifico personale infermieristico, privilegerebbe un paziente a discapito di tutti gli altri assistiti dal Servizio sanitario e nello specifico da questa ASP.
“Desideriamo chiarire – si legge nella nota dell’Asp – come il personale infermieristico in atto deputato a fornire assistenza al paziente sia assolutamente abilitato a farlo e che il predisposto affiancamento orientativo, abbia il solo scopo di consentire allo stesso di conoscere il paziente, il caregiver, il PAI, i dispositivi presenti nella stanza di degenza”