Un gruppo di migranti è stato trovato dalla polizia in via Monsignor Carabelli, a due passi dal corso Gelone, il cuore di Siracusa. Nessuno di loro stava rispettando le distanze, secondo quanto emerge nel rapporto delle forze dell’ordine che hanno accompagnato al palazzo della Questura di Siracusa due di loro. Al termine degli accertamenti, ad un cittadino nigeriano è stato notificato l’ordine del Questore di lasciare il territorio nazionale, all’altro, originario del Senegal, è stato rilasciato l’invito a presentarsi all’ufficio Immigrazione per regolarizzare la propria presenza nel
territorio italiano.
Ad Augusta, gli agenti del commissariato di polizia hanno denunciato due stranieri, rispettivamente di origine tunisina ed algerina, per aver violato un ordine dell’autorità: i due, infatti, sono risultati inosservanti all’invito di presentazione nei locali dell’ufficio Immigrazione della Questura. Inoltre, sono stati denunciati “per non aver esibito agli agenti i documenti e per essersi trattenuti nel territorio nazionale seppur privi del necessario permesso di
soggiorno” spiegano dalla Questura.
Nell’ambito dei controlli anti Covid19, la polizia, durante un controllo a Siracusa, hanno sanzionato un minore che si trovava a spasso senza alcuna giustificazione.
Inoltre, tre minori sono stati arrestati dagli agenti delle Volanti di Siracusa per tentato furto aggravato in un bar di Siracusa, in via Francesco Crispi, a due passi dalla stazione ferroviaria.
Gli indagati sono entrati in azione intorno alla mezzanotte, in pieno coprifuoco, ed erano quasi riusciti a forzare la porta di ingresso dell’attività commerciale ma non avevano messo nel conto il controllo della polizia. Gli agenti, impegnati in un servizio nella zona sud della città, hanno notato quei giovani armeggiare in prossimità del bar ed a quel punto sono scesi dall’auto per andarli ad acciuffare. E così è stato, i tre minori sono stati bloccati e dichiarati in stato di arresto. Uno dei giovani, infine, è stato anche denunciato per porto senza giustificato motivo di oggetti atti ad offendere.
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