Ha contratto il Covid19 il mese scorso al lavoro, da direttore del Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa, uno dei reparti maggiormente colpiti dal virus. Carlo Candiano è riuscito a vincere la sua battaglia contro l’infezione e poco dopo la sua guarigione l’Asp di Siracusa ha deciso di affidargli l’incarico di responsabile del Pronto soccorso del Di Maria di Avola.
“E’ stato assegnato ad Avola che richiedeva personale ed ha dato la sua disponibilità” spiega il direttore dell’azienda sanitaria Salvatore Lucio Ficarra, l’uomo finito nel centro del mirino della critica dopo la catena di contagi nel nosocomio di Siracusa, che, però, sta riorganizzando l’organigramma della sanità siracusana con la promozione di alcuni medici e la bocciatura di altri, tra cui la direttrice del Servizio epidemiologico Maria Lia Contrino, messa in ferie forzate da lunedì prossimo. Candiano, peraltro, era stato tirato in ballo, nel periodo più caldo per il Pronto soccorso di Siracusa, da Marco Salvo, l‘infermiere dell’ospedale di Siracusa autore del video shock sulla gestione dell’emergenza in quel reparto, per cui è stata aperta un’inchiesta dalla Procura.
Il neo direttore del Pronto soccorso di Avola era risultato positivo, insieme ad altri medici ed infermieri, tra cui proprio Marco Salvo ma Candiano ce l’ha fatta, ha superato l’incubo del Covid19 e senza perdere dell’altro tempo ha deciso di tornare in prima linea. Non avrà, comunque, una situazione facile, come evidenziato da una lettera di 9 medici dell’ospedale Di Maria inviata alla direzione dell’Asp per denunciare un rischio di promiscuità tra pazienti grigi, quelli in attesa di tampone, e gli altri che si recano al Pronto soccorso per motivi diversi dal Covid19. Uno scenario simile è stato descritto da alcuni medici di Siracusa, per cui pure al Pronto soccorso dell’Umberto I il pericolo di contagio è abbastanza concreto, come indicato da loro stessi in un’altra lettera arrivata negli uffici della direzione generale dell’azienda sanitaria.