Gli agenti di polizia hanno identificato e denunciato 3 persone, marito, moglie e figlio, accusate di aver aggredito al Pronto soccorso dell’ospedale Umberto I di Siracusa prima un medico e poi un poliziotto. Gli indagati, che rispondono di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, lesioni a personale sanitario ed interruzione di pubblico servizio, si sarebbero scagliati contro il dottore, preso a calci e pugni, perché innervositi per la vicenda sanitaria di un loro congiunto, un siracusano di 46 anni.
La vicenda
Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione, l’ambulanza si era prima recata nell’abitazione del paziente, in via Giarre, che avrebbe avuto un malore e solo dopo il trasferimento al Pronto soccorso sarebbe scoppiato il caos. Sia il medico sia il poliziotto, intervenuto per strappare il dottore da quelle persone, hanno rimediato delle contusioni.
L’allarme dell’Ordine dei medici
Sulla vicenda è intervenuto il presidente dell’Ordine dei medici di Siracusa, Anselmo Madeddu, che lancia l’ennesimo grido di allarme.
“Qui non si tratta più di esprimere solidarietà di circostanza ad un altro collega vittima di un’aggressione-
premette il presidente dell’Ordine Anselmo Madeddu- bensì di rivendicare, gridando a pieni polmoni, alle
istituzioni competenti e alla politica tutta, azioni concrete, in termini preventivi, deterrenti e di contrasto a
questa violenza gratuita e diffusa, per tutelare chi, pur consapevole di lavorare in trincea, ogni giorno
rischia davvero, nell’espletamento delle proprie funzioni ordinarie, di rimetterci la vita. Bene, la vita, che
per missione e passione difende”.
“E’ tempo di agire”
“Non è più tempo di riflettere! lo abbiamo fatto a lungo e abbiamo invitato tutti a farlo- conclude secco il
presidente Madeddu- ma è giunto il momento di agire. Noi non lesineremo azioni legali nei confronti di chi
torcerà un solo capello ai nostri colleghi, infatti abbiamo deliberato di costituirci parte civile in ogni
processo in cui la parte offesa è un medico
Gli infermieri
“Purtroppo l’escalation di questi episodi – dice Sebastiano Zappulla, il presidente del Consiglio direttivo dell’Ordine delle professioni infermieristiche – nei confronti degli operatori sanitari e sociosanitari continua nonostante le campagne di sensibilizzazione e gli interventi messi tutt’ora in atto sembrano insufficienti e inadeguati”
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