I militari della Guardia di Finanza di Augusta hanno arrestato 5 persone e ne hanno indagate altre 7 con l’accusa di non aver pagato tasse e contributi previdenziali per quasi 44 milioni di euro.
Al termine dell’indagine durata due anni, su disposizione della Procura di Siracusa, le fiamme gialle hanno condotto in carcere due imprenditori megaresi, i coniugi Isabella Armenia e Stefano Bele, mentre sono ai domiciliari Marilina Campisi, Paola Garofalo e Michele Fisicaro. Sono poi stati disposti provvedimenti restrittivi nei confronti di Daniele Parrino, Massimo Camizzi, Luigino Longo, Angelo Tringali, Giovanni Platania, Roberto Giardina e Gesualdo Bono e sequestrati beni per 43 milioni 912 mila euro.
Secondo quanto emerso nel corso dell’indagine, in un periodo di almeno 10 anni sarebbe stata creata una rete di società “spazzatura” con l’unico obiettivo di evitare il pagamento di tasse e oneri previdenziali sfruttando un consorzio, “Cipis srl”, totalmente in regola, per ottenere gli appalti a prezzi molto bassi e una galassia di ditte per effettuare i lavori senza però versare un euro al fisco.
Nel sistema rientrava anche una società con sede a Malta, utilizzata per far arrivare i soldi nelle tasche degli imprenditori attraverso fatture per operazioni inesistenti, una serie di prestanome che venivano reclutati alla Caritas di Augusta, e uno studio di consulenza necessario per sistemare i bilanci in maniera tale da non destare sospetti.