- Il presidente della Repubblica al Teatro greco di Siracusa
- Assisterà alla tragedia di Eschilo Coefore Eumenidi
- Accolto dal sindaco di Siracusa e dal presidente della Regione
E’ arrivato al Teatro greco di Siracusa poco prima dell’inizio della tragedia Coefore Eumenidi di Eschilo, per la regia di Davide Livermore, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato è stato accolto, appena sceso dall’auto presidenziale, dal presidente della Regione, Nello Musumeci, e dal sindaco di Siracusa, Francesco Italia, poi, nell’antica cavea ha ricevuto il saluto di Antonio Calbi, Sovrintendente dell’ Inda, la Fondazione che organizza gli spettacoli classici, e di Marina Valensise consigliere delegato dell’Inda.
I presidenti della Repubblica al Teatro greco
L’ultimo presidente della Repubblica in carica venuto a vedere gli spettacoli è stato Antonio Segni, nel 1964 per Eracle. Prima di lui, Luigi Einaudi nel 1952. Nel 2005, in occasione dell’iscrizione di Siracusa nel lista Unesco, quale patrimonio mondiale dell’umanità, al Teatro greco venne anche Carlo Azeglio Ciampi ma solo per visitare l’antica cavea.
Nel giorno della strage di via D’Amelio
Il Capo dello Stato ha scelto di vedere lo spettacolo nel giorno in cui si ricorda la strage di via D’Amelio in cui morirono il 19 luglio del 1992 il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della scorta.
“L’attentato di via D’Amelio, ventinove anni or sono, venne concepito – ha detto il Capo dello Stato – e messo in atto con brutale disumanità. Paolo Borsellino pagò con la vita la propria rettitudine e la coerenza di uomo delle Istituzioni. Con lui morirono gli agenti della scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina. La memoria di quella strage, che ha segnato così profondamente la storia repubblicana, suscita tuttora una immutata commozione, e insieme rinnova la consapevolezza della necessità dell’impegno comune per sradicare le mafie, per contrastare l’illegalità, per spezzare connivenze e complicità che favoriscono la presenza criminale”.
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