- Duro affondo di un’associazione al Comune di Siracusa
- Al centro della vicenda gli accessi al mare negato in Riviera Dionisio il Grande
- Ortigia Sostenibile accusa l’amministrazione di negare i diritti ai cittadini di usufruire del mare
Protesta dell’associazione Ortigia Sostenibile contro l’amministrazione comunale di Siracusa che non avrebbe impedito la chiusura dei varchi per il libero accesso al mare in Riviera Dionisio il Grande, uno dei tratti di costa della città più suggestivi. Secondo quanto segnalato dall’associazione, rappresentata dall’avvocato Salvo Salerno, questa porzione di litorale è stata concessa ad un resort.
“Responsabilità del Comune”
“La responsabilità della negazione della battigia – scrive Salvo Salerno – ai cittadini siracusani appartiene al Demanio Marittimo, per quanto riguarda la disciplina degli spazi a mare, ma appartiene al Comune, per quanto riguarda invece i varchi di libero accesso, dalla strada pubblica, fino alla battigia. Pretendiamo che l’amministrazione comunale, il sindaco e l’assessore competente, spieghino alla cittadinanza le ragioni per le quali non abbiano imposto al concessionario della spiaggia i dovuti varchi pubblici per i cittadini che vogliono accedere alla battigia senza dover pagare la tariffa al gestore”.
La questione politica
Ortigia Sostenibile chiama in causa il movimento Lealtà e Condivisione, forza di governo nella giunta del sindaco di Siracusa. “Stiamo parlando insomma di rispetto e tutela dei Beni Comuni e, ricordando quanta enfasi era stata dedicata, a tale argomento, dal Movimento di Lealtà e Condivisione, vorremmo conoscere quali atti concreti siano stati adottati dall’assessore all’Ambiente e, in generale, quali siano le motivazioni politiche che ancora giustifichino il sostegno dato alla Giunta Italia che, al contrario della tutela dei Beni Comuni, continua tranquillamente a privatizzarli.
“Tutela del patrimonio ambientale”
“Ortigia Sostenibile si batte – scrive l’avvocato Salerno – per i diritti dei cittadini siracusani a poter godere liberamente del proprio patrimonio ambientale e culturale, al posto del Comune e dell’amministrazione comunale, che per istituto, avrebbero il dovere di garantire quei diritti, mentre, a quanto pare, l’amministrazione comunale si è particolarmente distinta nella negazione di quei diritti civici e nella privatizzazione dei più pregiati spazi pubblici”
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