- Manifestazione di protesta contro la realizzazione di un impianto fotovoltaico
- Amministratori pubblici ed ambientalisti hanno lanciato un appello alla Regione
- Chiesto a Musumeci di revocare le autorizzazioni
“Il presidente Musumeci revochi le autorizzazioni al mega impianto fotovoltaico industriale a terra di 67,421 MWp della Lindo srl di Roma su 100 ettari di terreno agricolo sugli Iblei, alle porte di Canicattini Bagni, comprendendo anche territori dei Comuni di Noto e Siracusa”.
E’ l’appello lanciati dai Comuni di Siracusa, Noto e Canicattini Bagni, dall’Unione dei Comuni “Valle degli Iblei”, che comprende otto Comuni nella zona montana della provincia di Siracusa (Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Cassaro, Ferla, Palazzolo Acreide, Solarino e Sortino) e dalle associazioni ambientaliste che stamane hanno preso parte ad una marcia in contrada Bosco di sopra contro la costruzione di un impianto fotovoltaico che ha avuto il via libera dalla Regione.
Istituzioni in campo
Tra i manifestanti i sindaci di Canicattini Bagni, Marilena Miceli, di Noto, Corrado Bonfanti, l’assessore al Comune di Siracusa Fabio Granata, il vicepresidente di AnciSicilia, Paolo Amenta, il sindaco di Buscemi, Rossella La Pira, i parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle Paolo Ficara, Stefano Zito e Giorgio Pasqua, unico gruppo parlamentare che ha presentato un disegno di legge all’ARS per regolamentare le autorizzazioni sugli impianti fotovoltaici.
“Non porta lavoro”
«Il progetto della Lindo per conto di un fondo di investimento speculativo inglese, che si vorrebbe realizzare nel nostro territorio – hanno detto il sindaco di Canicattini Bagni, Miceli – non porta nessun beneficio né occupazionale né tantomeno economico alle nostre comunità che vogliono continuare a parlare di sostenibilità, belle paesaggistiche, beni culturali, di cibo di qualità ed eccellenze agroalimentari”.
Procedere con il parco degli Iblei
L’impianto dovrebbe sorgere in una porzione dove ricadrebbe il Parco nazionale degli Iblei. Per molti amministratori e le associazioni ambientaliste, tra cui l’Ente Fauna Siciliana, Legambiente, Natura Sicula, Slow Food, la Rete dell’Eco Museo degli Iblei, l’Associazione “Aditus in Rupe”, Italia Nostra, significherebbe uccidere un patrimonio ambientale unico.
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