La vicenda del pm

Magistrato di Siracusa positivo al coronavirus, “ha rispettato le direttive della Procura” scrive la Anm

“Il magistrato non si è di recente mosso dalla sede di lavoro, in scrupolosa ottemperanza ai divieti di legge ed alle direttive impartite dal Capo dell’Ufficio”. Lo afferma la Giunta distrettuale di Catania dell’Associazione nazionale magistrati in merito alla vicenda che ha riguardato la positività del sostituto procuratore di Siracusa, in quarantena dopo l’esito del tampone.  Sebbene l’Anm, nel comunicato, abbia svelato il nome del pm, BlogSicilia, ha deciso di mantenere un profilo di riservatezza sull’identità.

Le  autorità sanitarie stanno, comunque, ricostruendo la catena dei contatti del magistrato, tra colleghi, personale del palazzo di giustizia, amici e familiari, frattanto il presidente del tribunale facente funzioni, Antonio Alì, ha disposto gli interventi di sanificazione, iniziati ieri, che si concluderanno nella giornata di oggi, poi dal 3 aprile il palazzo di giustizia tornerà ad ospitare i propri dipendenti. La Giunta distrettuale di Catania dell’Associazione nazionale magistrati, che si è riunita on line, svela, inoltre, un particolare importante: il magistrato “non si è di recente mosso dalla sede di lavoro”, dunque l’infezione sarebbe avvenuta  nel territorio di Siracusa, presumibilmente attraverso il contatto con una persona affetta da Covid-19

Il sostituto è uno dei magistrati più esperti in Procura, autore di inchieste importanti, tra cui quella denominata “No Fly”, conclusa insieme ad altri colleghi,  che si è concentrata sulle emissioni prodotte dagli stabilimenti della Versalis, società dell’Eni, colosso italiano della chimica, della Sasol, azienda sudafricana che produce detergenti, e dai depuratori Ias di Priolo e Tas Priolo Servizio di Melilli. Peraltro, era tra i magistrati firmatari dell’esposto contro il comitato d’affari, da cui è scaturita l’inchiesta Sistema Siracusa della Procura di Siracusa, su un presunto giro di sentenze per favorire alcuni gruppi imprenditoriali, conclusa nel febbraio del 2018 con 15 arresti, tra cui quello del pm di Siracusa, Giancarlo Longo, che ha patteggiato 5 anni di reclusione e le dimissioni dalla magistratura.

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