- Sequestrati dalla polizia di Siracusa i beni riconducibili a Pietro Crescimone, 53 anni
- E’ indicato dalla Dda di Catania come un esponente del clan Trigila di Noto
- Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania
Gli agenti della squadra mobile e della Divisione anticrimine della Questura di Siracusa, eseguito un provvedimento di sequestro dei beni nei confronti di Pietro Crescimone, 53 anni, indicato dalla Procura distrettuale antimafia di Catania come un esponente del clan mafioso Trigila di Noto. La misura, proposta dal Procuratore delle Repubblica di Catania e dal Questore di Siracusa, è stata emessa dal Tribunale di Catania.
I beni sotto sequestro
Il sequestro riguarda tre vasti appezzamenti di terreno, un motociclo, un autocarro e un’autovettura nonché vari rapporti bancari e postali intestati o riconducibili al 53enne e alla moglie. “Le attività eseguite e i complessi accertamenti effettuati hanno dimostrato la sussistenza di una pericolosità sociale “generica” e “qualificata” di Crescimone” spiegano dalla Questura di Siracusa.
La storia
Crescimone, nel maggio 2017, in concorso con Angelo Monaco, indicato come il reggente della cosca di Noto, venne tratto in arresto, in flagranza di reato poiché trovato in possesso di 71 kg di hashish.
Estorsione
Il 53enne rimase coinvolto, insieme ad altre 2 persone, tra cui lo stesso Monaco, ad un tentativo di estorsione ai danni di una ditta incaricata della raccolta dei rifiuti solidi urbani nel Comune di Noto. Inoltre, venne indagato nella operazione “Vecchia Maniera” della Squadra mobile di Siracusa per droga ed estorsioni.
Il profilo
Secondo la Procura distrettuale di Catania e la Questura di Siracusa, le indagini hanno “certificato la scalata criminale di Crescimone, annesso a tutti gli effetti con un ruolo di assoluto rilievo, nei ranghi del clan mafioso dei Pinnintula-Trigila, essendo personalmente imputato per detenzione, spaccio e traffico di sostanze stupefacenti, tentata estorsione in concorso e danneggiamento detenendo, portando al seguito e facendo uso delle armi, commessi in un contesto associativo di stampo mafioso” spiegano dalla Questura.
Accertamenti economici
Le indagini patrimoniali hanno consentito di verificare una presunta sproporzione tra i redditi e le entrate ufficiali riferibili al nucleo familiare Crescimone, “rispetto all’effettivo patrimonio immobiliare e mobiliare di cui si è accertata la disponibilità”.
Commenta con Facebook