- Rinvio a giudizio per tre indagati accusati di una estorsione ai danni di un commerciante siracusano
- Due di loro sono indicati come esponenti del clan Nardo di Lentini
- Il processo avrà inizio il 31 maggio al palazzo di giustizia di Siracusa
Il gup del Tribunale di Catania ha disposto il rinvio a giudizio Adelfio De Luca, 47 anni, Salvatore Salamone, 51 anni, entrambi di Lentini ritenuti dai magistrati della Procura distrettuale antimafia di Catania esponenti del clan Nardo di Lentini, e Agostino Affatigato, 61 anni, palermitano. Sono accusati di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di commerciante siracusano, Marco Montoneri, testimone di giustizia che vive in una località segreta.
Il processo
Il processo avrà inizio il 31 maggio nell’aula della Corte di Assise di Siracusa. Secondo i pm della Dda di Catania, la vittima, nel 2012, ricevette nella sua concessionaria di auto e moto, a Siracusa, la visita dei due lentinesi che, facendo valere il peso della loro appartenenza alla cosca del boss Nello Nardo, lo avrebbero costretto a cedere al sessantunenne palermitano una macchina, una Bmw X5 del valore di 16 mila euro. Per gli inquirenti, il rivenditore di auto dovette “rinunciare a riscuotere il prezzo, procurando ad Affatigato un ingiusto profitto con corrispondente danno patrimoniale di Montoneri”.
L’altra estorsione
Montoneri ha subito altre estorsioni, infatti nel 2013 fu sotto il tacco degli esponenti del clan Bottaro-Attanasio di Siracusa, sette dei quali sono stati condannati in via definitiva nel 2018 dopo che i giudici della Corte di Cassazione hanno confermato le sentenze emesse della Corte di Appello di Catania. Gli affiliati della cosca prendevano auto e moto dalla concessionaria senza versare un centesimo al commerciante, vittima anche di un attentato incendiario. Il titolare della rivendita di mezzi In Moto in viale Necropoli Grotticelle, nella zona nord di Siracusa, stanco di subire quelle angherie fece nomi e cognomi delle persone che gli avevano reso la vita impossibile.
Le condanne
10 anni e 9 mila euro di multa per Pasqualino Mazzarella; 7 anni e 2 mesi e 8600 euro di multa per Andrea Fortuna; 5 anni e 5000 euro ciascuno per Michele Cianchino e Salvatore Brancato; 2 anni e quattro mesi e seimila euro di multa per Alessandro Garofalo; 3 anni e 4 mesi per Concetto Garofalo e Sebastiano Garofalo.
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