I Comuni di Lentini e Carlentini hanno chiesto la costituzione di parte civile in caso di giudizio relativo all’inchiesta della Procura distrettuale di Catania denominata Mazzetta Sicula per mafia e smaltimento illecito di rifiuti conclusa dalla Guardia di Finanza nel giugno scorso.
La Procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per gli imprenditori Antonino e Salvatore Leonardi, titolari della discarica Sicula Trasporti, che è in amministrazione giudiziaria e di altri 10 indagati: il pentito Filadelfo Amarindo, gli imprenditori Francesco Guercio e Nicola Guercio, il funzionario dell’Arpa Vincenzo Liuzzo, il consulente Giovanni Orazio Messina, il dipendente della Sicula Trasporti Marco Morabito, il responsabile dell’impianto di compostaggio Pietro Francesco Nicotra, Giancarlo Panarello, il funzionario del Libero Consorzio di Siracusa Salvatore Pecora, il responsabile dell’impianto di trattamento Francesco Zappalà. I due imprenditori sono accusati di associazione per delinquere, traffico di rifiuti, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e getto pericoloso di cose.
Oltre ai 2 Comuni, hanno chiesto di costituirsi parte civile il Libero consorzio di Siracusa, l’Arpa, Legambiente e altre tre associazioni ambientaliste, Nogra, Rangers d’Italia e Eps e nella prossima udienza il giudice per le udienze preliminari deciderà se accoglierle.
Nell’operazione Mazzetta Sicula sarebbe emerso “un perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani” e una gestione della discarica “orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con gli Enti locali pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle autorizzazioni amministrative”.
In discarica, secondo la Procura, era conferito “un enorme quantitativo di rifiuti strutturalmente non più gestibile secondo le prescrizioni di legge” e che vi finiva “senza subire alcun trattamento preliminare, che è essenziale per favorire l’individuazione dei materiali non ammissibili o dei rifiuti da destinare a operazioni di recupero”.
Inoltre, la Guardia di finanza di Catania ha trovato oltre un milione di euro in contanti in bidoni sotterrati.
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