I legali della Sicula Leonzio hanno presentato ricorso al Tar di Catania contro l’interdittiva antimafia emessa nei mesi scorsi dal prefetto di Siracusa, Giusi Scaduto. Si tratta della società, riconducibile alla famiglia Leonardi, quest’ultima titolare della mega discarica in contrada Grotte San Giorgio, tra Catania e Lentini, proprietaria della squadra di calcio della città di Lentini, protagonista negli anni scorsi nei campionati professionistici e gestore dello stadio comunale Angelino Nobile. Ma l’istanza a giudici del Tribunale amministrativo regionale non è stata accompagnata da una richiesta di sospensiva del provvedimento della Prefettura.
La Sicula Leonzio, di cui è amministratore Giuseppe Valerio Leonardi, figlio di Antonino Leonardi, oltre ad occuparsi di sport, svolgerebbe, secondo quanto indicato dalla Prefettura di Siracusa. “operazioni di carattere mobiliare, immobiliare e finanziario, promozione e pubblicizzazione dell’attività di immagine, e di partecipazione anche in società produttive di servizi”.
Il provvedimento della Prefettura trae spunto dall’inchiesta Mazzetta sicula, culminata con 9 misure cautelari per associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, frode nelle pubbliche forniture, corruzione continuata e rivelazione di segreto d’ufficio nonché per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Tra gli arrestati Antonino Leonardi, di 57 anni, amministratore di fatto della ‘Sicula Trasporti S.r.l.’ e della ‘Gesac S.r.l.’ ed amministratore di diritto della ‘Sicula Compost Srl, per associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture.
Antonino Leonardi è stato rinviato a giudizio, insieme a Salvatore Leonardi ed agli imprenditori Francesco e Nicola Guercio, il funzionario dell’Arpa Vincenzo Liuzzo, il consulente Giovanni Orazio Messina, il dipendente di Sicula Trasporti Marco Morabito e Giancarlo Panarello. I responsabili dell’impianto di compostaggio Pietro Francesco Nicotra e di quello del trattamento Francesco Zappalà, hanno ottenuto l’accesso al patteggiamento. Mentre il funzionario del Libero Consorzio di SiracusaSalvatore Pecora ed il collaboratore Filadelfo Amarino, hanno scelto il rito abbreviato.
Giuseppe Valerio Leonardi non è stato indagato nell’operazione Mazzetta Sicula ma secondo quanto indicato nella relazione della Prefettura “emerge la totale adesione dello stesso sia al sistema illegale ideato dal padre Antonino Leonardi sia al rapporto sinallagmatico di quest’ultimo con il clan mafioso Nardo”.
Nella ricostruzione della Prefettura, sulla scorta dell’ordinanza del gip di Catania, la gestione del chiosco dello stadio, l’Angelo Nobile, sarebbe stato al centro di un patto con Cosa Nostra. “La vicenda della gestione del chiosco – si legge nel provvedimento della Prefettura – integra un vero e proprio pactum sceleris, in virtù del quale Giuseppe Valerio Leonardi prima ne promette la gestione alla famiglia mafiosa dei Nardo e poi d’intesa con il padre risarcisce il clan, 5 mila euro per Natale e 5 mila euro per Pasqua, per la mancata conclusione dell’affare che i Leonardi ritengono di non poter più assicurare a soggetti graditi alla cosca per non incappare nei controlli della Questura”.